Page 3003 - Shakespeare - Vol. 1
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ROMEO

 E perché mai? Sono i consueti tormenti dell’amore. 8
 Già una mia pena mi pesa in petto,
 e tu ci vuoi aggiungere la tua:
 quest’amore che tu mi dimostri
 aggiunge altra pena al troppo mio dolore.
 L’amore è una nebbia che si forma col vapore dei sospiri:
 se si dirada, diventa un fuoco sfavillante negli occhi degli amanti;
 se s’addensa, un oceano gonfio delle loro lacrime.
 Che altro? Una saggia follia, una bile capace di soffocare,
 una dolcezza capace di guarire.
 Addio, cugino mio.

BENVOLIO

 Un momento, vengo anch’io, mi fai un torto
 se mi lasci così.

ROMEO

 Scusa, non sono più in me, sono come assente.
 Non è Romeo questo che vedi, è da un’altra parte, lui.

BENVOLIO

 Ma dimmi, senza scherzare, chi è che ami?

ROMEO

 Vuoi forse che te lo dica piangendo?

BENVOLIO

 Piangendo? Certo no, ma dimmelo senza scherzare.

ROMEO

 Diresti forse a un moribondo di far testamento
 senza scherzare? Sarebbe indelicato parlar così
 a uno gravemente ammalato. In tutta serietà,
 cugino, amo una donna.

BENVOLIO

 Avevo quasi fatto centro a pensarti innamorato.

ROMEO
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