Page 2979 - Shakespeare - Vol. 1
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PREFAZIONE

Romeo e Giulietta è, dopo Amleto, la tragedia shakespeariana che può
vantare il maggior numero di rappresentazioni nei teatri di tutto il mondo,
e che gode il dubbio privilegio di una serie infinita di rielaborazioni,
diremmo oggi, multimediali, capaci cioè di attraversare i più svariati
linguaggi artistici, e di costituire, infine, sempre insieme ad Amleto e a
Otello, il maggiore contributo shakespeariano alla creazione di quei
caratteri, per così dire mitici, capaci cioè di perforare i testi da cui traggono
inizialmente origine, per condurre poi una vita propria del tutto autonoma,
anche se in questo caso forzatamente in coppia.
Il testo e la data di composizione di questo play tanto seminale per tutta la
storia dell’eros occidentale, sono rimasti per noi congetturali.
Per la datazione occorre rifarsi alla prima pubblicazione pirata del play, e
cioè al primo in-quarto (Q1) del 1597, che offrendoci l’opera come «AN /
EXCELLENT / conceited Tragedie / OF / Romeo and Iuliet, / As it hath been
often (with great applause) plaid publiquely, by the right Ho- / nourable
the L. of Hunsdon / his Servants. / LONDON, / Printed by John Danter. /
1597», ci dice, appunto, che «è stata spesso rappresentata pubblicamente
con grande successo... dai servitori dell’Onorevolissimo Lord Hunsdon».
Ora, dato che la compagnia del Lord Ciambellano Henry Hunsdon si era
costituita nel giugno del 1594, e che lo stesso Hunsdon morì nel 1596, non
si può datare il play che tra il 1595 e il 1596.
Più complessa e irrimediabile è la vicenda del testo. Il Q1 del 1597 è quello
che si suole chiamare “un cattivo in-quarto”, cioè un’edizione abusiva
pubblicata per sfruttare il successo sulla scena del play: è quindi compilata
giovandosi di una ricostruzione mnemonica del testo da parte,
probabilmente, di personale infedele della compagnia, come testimoniano
le frequenti inversioni e spostamenti di battute tipici di chi scrive
affidandosi alla memoria. Non mancano scene, e abbondano preziose
indicazioni dei vari movimenti di scena, che non si trovano in altre
trascrizioni, ma il testo è molto raccorciato e quasi riassunto.
Nel 1589 esce un secondo in-quarto (Q2) con l’autorizzazione della
compagnia e, come dice il frontespizio dell’edizione curata da Cuthbert
Burby, si tratta di una «excellent and lamentable Tragedie... Newly
corrected, augmented and amended...», il che equivale a dire che,
basandosi sull’edizione anteriore, si è voluto reintegrare il testo nella sua
interezza. L’operazione però non è condotta facendo riferimento a un
copione, per così dire, definitivo (se mai è esistito) in possesso degli
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