Page 2970 - Shakespeare - Vol. 1
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32 II, i, didascalia dopo il v. 146 Northumberland è Henry Percy (1342-1408), primo Conte di
    Northumberland, potente signore delle marche settentrionali del regno, da lui difese contro gli
    Scozzesi, e principale artefice del successo di Bolingbroke, al quale in seguito si ribellerà. Sarà uno
    dei protagonisti di Enrico IV, parte prima.

33 II, i, 157 Si allude all’assenza, in Irlanda, di serpenti velenosi, scacciati da San Patrizio secondo la
    leggenda.

34 II, i, 215 Il Conte di Wiltshire è Sir William Scrope, primo Lord Scrope, fratello dello Scrope che
    appare nel dramma: tesoriere di Riccardo, e uno dei suoi quattro principali sostenitori.

35 II, i, 241 Il Re non è più lui: si apre il discorso sull’identità di Riccardo. La divaricazione fra i “due
    corpi del Re” si è fatta insanabile, ora che l’unto del Signore è alla bancarotta, «come un fallito
    qualunque».

36 II, i, 294 Il verso contiene un gioco di parola. Gilt è ‘doratura’, ma si pronuncia come guilt,
    ‘colpa’: «nettare lo scettro dorato dalla colpa che lo offusca».

37 II, i, 296 Antico porto sull’estuario dell’Humber, non lungi dall’odierna Hull.

38 II, ii, didascalia La scena è a Windsor, in una sala della reggia.

39 II, ii, 18 Si è tradotto con «prismi» la parola perspectives (‘illusioni prospettiche’, ‘gioco di
    specchi’). Si tratta in realtà dell’anamorfosi, artificio che permette di inserire in una composizione
    pittorica dettagli non percepibili se non da un punto di vista eccentrico o laterale. L’anamorfosi -
    sorta di equivalente visivo del gioco di parole così caro agli elisabettiani - è anch’essa
    espressione sintomatica del gusto manierista, e i suoi esempi più noti in ambito inglese sono un
    ritratto di Edoardo VI attribuito a Cornelis Anthoniszoon (1546) e il famoso Gli Ambasciatori di
    Hans Holbein il Giovane (1533) ove, riconoscibile soltanto di scorcio, compare un teschio: la
    presenza occulta della Morte ammonisce chi sa ben guardare che tutto è vanità. Negli
    Ambasciatori l’anamorfosi è in un dettaglio: qui è l’intero quadro, per la Regina indecifrabile, che
    acquista senso soltanto di scorcio. Osserva Alessandro Serpieri che «nel gioco anamorfico si
    creano comunque le condizioni del relativismo, e si apre un varco all’immaginario moderno, per
    cui una cosa può sempre essere un’altra cosa». Siamo nell’ambito della sensibilità tardo-
    rinascimentale, dove «la vita è sempre più illusione, teatro, sogno. Essere e sembrare si
    scambiano indefinitamente le parti» (Retorica e immaginario, cit., 1986).

40 II, ii, 40 «L’innominabile, in questo dramma liturgico del Nome che si oblitera e della cerimonia
    che recede, è proprio il vortice in cui si vanificherà per Riccardo la sua identità e tutto il suo
    mondo» - scrive ancora Serpieri (cfr. IV, i, 259: «Ed io [...] non so più come debbo
    chiamarmi!».

41 II, ii, 58 Il Conte di Worcester è Thomas Percy, fratello di Northumberland e Ciambellano del Re.
    Diverrà un personaggio di spicco in Enrico IV, parte prima, dove aderisce alla ribellione
    capeggiata dal fratello.

42 II, iii, 1 La scena è nei pressi del castello di Berkeley, nel Gloucestershire, sull’estuario della
    Severn e ai margini delle alture dei Cotswolds («Cotshall» nel testo; cfr. sotto v. 9): vi fu
    assassinato, nel 1327, Re Edoardo II.

43 II, iii, didascalia dopo il v. 20 Harry Percy è Sir Henry Percy (1364-1403), figlio di
    Northumberland: reso immortale da Shakespeare nel personaggio di Hotspur (‘sperone rovente’)
    in Enrico IV, parte prima, dove il Principe Hal, l’erede di Bolingbroke, lo ucciderà sul campo di
    Shrewsbury. Facendone un «giovane acerbo e inesperto» (in realtà ha due anni più di
    Bolingbroke) il poeta prepara il terreno alla caratterizzazione del suo prossimo dramma.

44 II, iii, 42 Nel testo c’è un gioco di parole fra il verbo to tender (‘offrire’) e l’aggettivo tender
    (‘tenero’, che si è tradotto con «inesperto»).

45 II, iii, didascalia dopo il v. 67 Lord Berkeley (morto nel 1417) è il signore del castello, barone e
    membro del Parlamento.

46 II, iv, didascalia La scena è in Galles, in un campo militare: in tempo “reale”, una decina di giorni
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