Page 2968 - Shakespeare - Vol. 1
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Mowbray, si troverà alla mercé dei possibili ricatti di costui (lo dicono le parole eloquenti di lui:
    «Ben altra ricompensa [...] avrei meritato...»). Se vince l’altro, il Re, già compromesso da
    Mowbray, si ritrova indiziato agli occhi del mondo: senza contare che Bolingbroke è figlio di
    Gaunt, e sappiamo bene come la pensi quest’ultimo. Per questo la scelta subitanea di fermare i
    duellanti non può essere che premeditata. Il Re si riappropria del ruolo di giudice non già per
    eccesso di protagonismo o per amore della «pace diletta»: la condanna all’esilio di due testimoni
    così scomodi è una scelta obbligata (e d’altronde anche in Froissart essa è la risultante di un
    preciso calcolo politico).

14 I, iii, 211 Froissart sostiene che la pena venne ridotta, a tre settimane dalla sospensione del
    giudizio di Dio, su raccomandazione del Consiglio della Corona, che temeva la popolarità di
    Bolingbroke.

15 I, iii, 215 «Tale è il fiato dei re»: alla luce degli eventi che seguiranno, la battuta si carica di una
    valenza ironica. Il Re che nella pienezza dei suoi poteri può «in un sol fiato» dissolvere gli anni e
    regolare il corso del tempo, una volta esautorato continuerà a illudersi che basti un fiato per
    mutare gli eventi, e infine si ridurrà - avendo sbagliato i tempi della sua vita - a contare
    interminabili ore e minuti, e a far la guardia ‘all’orologio di Bolingbroke’. La parola breath è fra le
    più ricorrenti nel dramma e, nella varietà delle sue accezioni (‘fiato’, ‘respiro’, ‘soffio vitale’, ‘vita’,
    ‘attimo fuggente’, ‘comando’) dà espressione a tutta una serie di pregnanti ambiguità verbali. Un
    tenace filo tematico lega la presunzione d’onnipotenza di Riccardo («Non c’è parola - breath -
    di mortale che valga a deporre / colui che Iddio ha eletto a suo vicario») alla riflessione di Enrico
    V sul campo di Agincourt, per cui il Re è «soggetto alle mormorazioni - breath - di qualsiasi
    imbecille», nella stessa scena (IV, i) in cui il soldato Williams dubita della parola del sovrano. Tra
    Riccardo II ed Enrico V si consuma il crollo della concezione sacrale del sovrano, e della teoria
    della ‘duplice natura’, ed è il Re stesso, Enrico, a voler essere uomo tra gli uomini.

16 I, iii, 224 Letteralmente, ‘la morte bendata’ (blindfold), forse per analogia con la Parca Atropos
    che recide lo stame della vita, o per la sua imparziale crudeltà. La morte è tradizionalmente
    raffigurata come uno scheletro dalle vuote occhiaie, avvolta in un mantello con cappuccio:
    cappuccio che può suggerire l’idea dello spegnimoccolo (l’immagine della candela che si consuma
    è frequente in Shakespeare, basti pensare al famoso grido finale di Macbeth: Out, brief candle!).

17 I, iii, 274 Un apprendista, una volta affrancato dal bond of service (il ferreo contratto,
    generalmente settennale, che lo legava alla bottega del padrone), poteva diventare un libero
    artigiano, itinerante o lavorante a giornata (journeyman: ma journey vuol dire ‘viaggio’, così
    come freedom vuol dire tanto ‘libertà’ che ‘brevetto rilasciato al termine dell’apprendistato’). La
    metafora dell’apprendista è preparata da quel «Fai conto che sia un viaggio di piacere», dove
    travel (‘viaggio’, ‘pellegrinaggio’) si può anche intendere come travail (‘travaglio’, ‘fatica’, ‘lavoro’).

18 I, iv, didascalia Sir William Bagot, Sceriffo di Leicester, ministro del Re e membro del Consiglio di
    Reggenza. Fuggito in Irlanda allo sbarco di Bolingbroke, morrà nel 1407. Sir Henry Green, il
    deputato di Northampton, è anch’egli membro del Consiglio di Reggenza. Giustiziato nel 1399. La
    scena ha luogo nel palazzo reale di Londra: il Re, a tu per tu con i suoi favoriti, rivela qui per la
    prima volta il suo carattere di uomo, con irresponsabile leggerezza e toni di cinica complicità.

19 I, iv, 2-4 Il gioco di parole tra high Hereford (‘alto’, ‘altero’, ‘superbo’) e highway (‘strada
    maestra’) rientra nel tessuto di immagini imperniato sui concetti di “alto” e di “basso”.

20 I, iv, 20-36 Dopo la morte di Roger Mortimer, Conte di March (ucciso nel 1398 dai ribelli
    irlandesi), Riccardo, prima di partire imprudentemente per l’Irlanda, nomina erede al trono il figlio
    Edmund Mortimer, che ha solo tre anni (e che in 1-Enrico IV figura tra i nobili insorti contro il
    nuovo re): Bolingbroke è il prossimo nella linea di successione. Riccardo dà qui voce al suo
    disprezzo di monarca assoluto per chiunque pensi di aver bisogno del consenso popolare.

21 I, iv, 48 I blank charters erano mandati in bianco per l’esazione di tasse, lasciate all’arbitrio dei
    rappresentanti locali del Re: metodo di tassazione invalso durante il regno di Riccardo (come
    anche l’appalto delle imposte a privati), di cui si è molto parlato in Woodstock.

22 I, iv, didascalia dopo il v. 52 Sir John Bushy, Sceriffo di Lincoln, per anni Speaker della Camera
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