Page 2852 - Shakespeare - Vol. 1
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che è la campana. Così sospiri, e lacrime, e gemiti,
scandiscono i minuti, i quarti e le ore; mentre il tempo mio
va galoppando a portare la gioia del superbo Bolingbroke,
e io me ne sto qui a fare il pupazzo, a guardia del suo orologio. 85
Questa musica mi fa uscir di senno. Fatela smettere!
Può darsi abbia ricondotto dei folli a rinsavire,
ma io dico che può portare chi è savio alla follia.
Pure, benedetta l’anima buona che me la infligge,
poiché essa è segno d’affetto, e l’affetto per Riccardo
è un ben raro gioiello, in un mondo così saturo d’odio.
Entra uno staffiere.
ST AFFIERE
Salute, o principe reale!
RICCARDO
Grazie, nobile Pari.
Il meno caro di noialtri costa dieci soldi di troppo. 86
Chi sei, e come sei arrivato sin qui,
dove non arriva mai un’anima, a parte quel tristo figuro
che mi porta del cibo, per prolungare la mia disgrazia?
ST AFFIERE
Ero un povero garzone delle tue scuderie, o Re,
quando tu eri re: in viaggio alla volta di York,
a furia di darmi da fare ho infine avuto il permesso
di rivedere in faccia il regale padrone di un tempo.
Oh, come mi si è stretto il cuore quando ho assistito,
nelle strade di Londra, al giorno dell’incoronazione,
con Bolingbroke che cavalcava Berbero, il tuo roano,
quel cavallo che tante volte tu hai cavalcato,
quel cavallo che io curavo con tanto amore!
RICCARDO
Cavalcava Berbero? Dimmi, amico cortese,
con lui in sella, come si portava?
ST AFFIERE
Superbamente, come se disdegnasse la terra.

