Page 2853 - Shakespeare - Vol. 1
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RICCARDO

 Superbo di avere in groppa Bolingbroke!
 Quel brocco ha preso il pane dalla mia mano di re:
 questa mano l’ha fatto superbo, carezzandogli il collo.
 E non ha sgroppato? Non è caduto? -
 anche la superbia cade, prima o poi. - Non ha rotto il collo
 a quell’uomo superbo che ha usurpato il suo dosso?
 Perdonami, cavallo! Perché me la prendo con te,
 visto che tu, creato per esser domato dall’uomo,
 sei fatto per portarlo? Io non son nato cavallo,
 eppure porto la soma di un somaro,
 spronato, escoriato, fiaccato da un rampante Bolingbroke. 87

                          Entra un carceriere con un piatto.

CARCERIERE

 Levati di torno, compare. Qui non si può stare.

RICCARDO

 Se mi vuoi bene, è tempo che tu vada.

ST AFFIERE

 Quel che la lingua non osa, lo dirà il mio cuore.

                                                                   Esce.

CARCERIERE

 Signore, gradireste un boccone?

RICCARDO

 Assaggialo prima tu, come al solito.

CARCERIERE

 Mio signore, non oso. Sir Piers di Exton,
 da poco inviato da parte del Re, me l’ha espressamente proibito.

RICCARDO

 Il diavolo vi porti, Enrico di Lancaster e te.
 La mia pazienza è inacidita, ne ho più che abbastanza.

                                                                      [Batte il carceriere.]
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