Page 2623 - Shakespeare - Vol. 1
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T ESEO

Una disperazione come questa, e la morte dell’amica diletta, possono quasi
impietosire.

     IPPOLIT A

Dio mi danni se non sento pietà per lui!

     PIRAMO

     Oh Natura, ma perché mai creasti i leoni -
     poi che un leone ha deflorato l’amor mio?
     Che è... oh no, no... che era la più vaga delle dame
     che vissero mai, che amarono mai, che mai furono più simpatiche e

          giulive.
                    Sgorga e inonda, mio pianto!
                    Fuori, e trafiggi, mio brando,

     di Piramo la mammella!
                    Ah, la sinistra mammella
                    ove il cuore balzella!
                                                                                      (Si ferisce.)

     Così, così, così, io moro!
                    Ed eccomi morto.
                    Volato son via.

     È in cielo, lassù, l’anima mia.
                    Spegniti, lingua!
                    Vattene luna!
                                                                      (Esce il Chiaro-di-luna.)

     Così, così, così, io moro! Ahi lasso!
                                                                                          (Muore.)

     DEMET RIO

Non “lasso”! “asso”, direi; dacché conta per uno.

     LISANDRO

Meno d’un asso; dacché è morto, e non conta più nulla. 116

     T ESEO

Con l’aiuto d’un medico potrebbe riprendersi, e dimostrarsi non “asso” ma
“asino”.

     IPPOLIT A
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