Page 2627 - Shakespeare - Vol. 1
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Poi tenendoci per mano
con la grazia delle Fate
canterem benedicendo. 124
(Oberon in testa, le Fate cantano e danzano.)
OBERON
Ogni spirto, fino all’alba,
per la casa vada errando.
Noi andremo a benedire
il gran talamo nuziale.
E la prole procreata
sarà sempre fortunata.
E saranno, le tre coppie,
sempre unite dall’amore.
Mai errori di Natura
colpiranno la lor prole.
Mai voglia o cicatrice
oppur labbro leporino
o magagna sopra il volto,
che alla nascita ognun teme,
sia su alcun di lor progenie.
Ogni Fata corra via
e ogni stanza benedica
con rugiada consacrata. 125
E il Signore del Palazzo
viva sempre in sicurtà.
Via correte, non sostate,
ed all’alba m’incontrate!
Escono (tutti, eccetto il Demone).
DEMONE
(rivolto all’uditorio)
Se noi, ombre, 126 vi abbiamo scontentato,
pensate allora - e tutto è accomodato -
che avete qui soltanto sonnecchiato
mentre queste visioni sono apparse.
Ed il tema, ozioso e vano,
che non più d’un sogno è stato,
signori, vi prego, non venga biasimato.
Se clementi voi sarete
migliori poi ci troverete.

