Page 2547 - Shakespeare - Vol. 1
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LISANDRO

 O perché, rispetto agli anni, male assortiti eran gli amanti...

ERMIA

 Oh mortificante! in tarda età ad un giovane legarsi!

LISANDRO

 O dipendesse, in vero, dalla scelta altrui...

ERMIA

 Oh, diavolo! lasciar decider d’amore gli occhi degli altri!

LISANDRO

 Oppure, se accordo v’era nella scelta,
 guerra, morte, o infermità, hanno assediato l’amore;
 e, come un suono, l’han fatto durare un istante,
 ratto come l’ombra, breve come sogno,
 veloce come saetta nella notte tenebrosa,
 che, con rabbioso bagliore, rivela cielo e terra,
 e prima ancora che dir si possa “oh, guarda!”
 le fauci del buio l’hanno divorato.
 Tanto è pronto a vanire tutto ciò che risplende!

ERMIA

 Se dunque gli amanti sinceri furon sempre avversati,
 vuol dire che è un decreto del destino.
 La nostra prova a noi insegni pazienza,
 perché è un male comune, e dell’amor fa parte
 come i pensieri, i sogni ed i sospiri,
 i desideri e i pianti, consueto corteo dei poveri innamorati.

LISANDRO

 Ragioni bene. E allora ascoltami, Ermia.
 Ho una zia vedova, ricca ereditiera,
 che non ha figli - la sua casa è a sette leghe da Atene -
 e caro le sono al par di unico figlio.
 Laggiù, dolce mia Ermia, potrò sposarti; e la dura
 legge d’Atene fin là non può inseguirci.
 Se m’ami, dunque, domani notte
 fuggi furtiva dalla casa paterna,
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