Page 2546 - Shakespeare - Vol. 1
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per un uomo come lui ch’è impuro ed incostante.

T ESEO

 Confesso d’averlo sentito dire anch’io.
 Ed ho anche pensato di parlarne con lui.
 Ma, travolto dalle mie faccende personali
 m’è passato di mente. Suvvia, Demetrio,
 ed anche tu, Egeo, venite qua. Verrete entrambi con me,
 ché per tutt’e due ho qualche istruzione riservata.
 E quanto a te, Ermia bella, àrmati di buona volontà
 per far sì che i tuoi desideri coincidano con quelli di tuo padre.
 Altrimenti la legge d’Atene (e non possiam mitigarla)
 ti consegnerà alla morte, o ai voti della castità.
 Vieni, mia Ippolita. Che pensi, amor mio?
 Egeo, Demetrio, venite con noi.
 Debbo darvi qualche incarico
 in vista delle nostre nozze; e devo anche parlarvi
 di cosa che da vicino vi riguarda.

EGEO

 Per nostro dovere, e per nostro piacere, noi vi seguiamo.
                                              Escono tutti tranne Lisandro ed Ermia.

LISANDRO

 Ebbene, amore mio, perché è impallidita la tua guancia?
 Com’è che le rose vi sono appassite così presto?

ERMIA

 Forse per mancanza di pioggia, che ben potrei
 versar su loro dalla tempesta dei miei occhi.

LISANDRO

 Ohimè! Da quanto ho potuto leggere ed udire
 da favole e da storie,
 mai è stato liscio il corso del vero amore.
 Sia per disparità di lignaggio...

ERMIA

 Oh, sventura! esser troppo in alto per finir schiava di chi è tanto in
      basso.
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