Page 2514 - Shakespeare - Vol. 1
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dell’amore A, la fase della sensualità incontrollabile, ingenua, del capriccio,
dell’istinto.
Dal punto di vista distribuzionale, il montaggio è ovviamente quello solito,
alternativo; ma l’avvicendamento dei segmenti delle trame è quanto mai
ingegnoso e abile nella stabilizzazione dei reciproci rapporti e nella
complicazione e nello scioglimento di tutti i nodi di ciascuna trama in una
soluzione unica e complessiva. La vicenda dei segmenti è rigorosamente
geometrica:

Vi si vede la funzione formale, di cornice, esercitata dal plot di Teseo e
Ippolita, che, di fatto, abbraccia l’intera compagine, e la vicenda di tre
triadi regolari in ciascuna delle quali si avvicendano, in ordine, le altre
trame. Per cui si viene ad avere anche un numero pari, imparziale, di
riprese degli intrecci: tre volte B, tre volte C, tre volte D.
Importante, agli effetti della struttura della commedia, è poi il ricorso alla
pratica - ben nota nel tempo - del “dramma nel dramma” (play within the
play), che si prestava ad effetti speculari dalle connotazioni fortemente
drammatiche, come nel caso di Hamlet. E infine non si dovrà tralasciare il
rapporto omologico che l’opera poteva stabilire con la vita. Si davano
spesso spettacoli che “doppiavano” avvenimenti storici contemporanei -
come faceva George Chapman nei confronti della storia francese -, e si
poteva anche dare il caso - come appunto nel Midsummer Night’s Dream
- che l’opera non solo contenesse un play within the play, che è la recita di
Piramo e Tisbe, omologa all’intreccio del quartetto d’amore, ma anche che
l’opera fosse un play within the play della vita; nella fattispecie, finzioni
nuziali e fantasiose come omologie di nozze reali.
Ma veniamo direttamente alla interpretazione strutturale. È agevole
rilevare una prima fondamentale antinomia fra lo spazio di ATENE e lo
spazio del BOSCO: àmbiti topologici, ma anche, e soprattutto, semantici. In
essi si esaurisce l’intera scenica del dramma, che ha questo ritmo:

                             A (Atene) B (Bosco) A (Atene)

Da osservare che Atene si oppone al Bosco per una serie di attributi
simbolici: è una città, e perciò è ordinata razionalmente, sia per la sua
struttura architettonica che per le sue leggi e istituzioni. Il Bosco non è
razionale, è caotico e misterioso. Vedremo che sarà lo spazio di una sorta
di follia rispetto alla razionalità della polis. Atene rafforza il proprio simbolo
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