Page 2513 - Shakespeare - Vol. 1
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Potremmo dire che l’intreccio A costituisce l’occasione e lo spazio degli altri
intrecci, oltre ad essere - con ogni attendibilità - un’arguta metafora della
motivazione dell’intero dramma nei confronti di un accadimento esterno:
altre nozze nobiliari da celebrare. Tuttavia la trama A ha a che fare con la
trama B perché, di fronte al rifiuto di obbedienza di Ermia, Teseo viene
chiamato in causa, quale massima autorità ateniese, sia per quanto
concerne la condanna iniziale che per il finale condono. La trama C è poi
ovviamente indissolubile dalla trama A perché la recita artigiana viene
allestita in occasione delle nozze della trama A. La trama D ha a che fare
con la trama A in quanto l’intervento fiabesco è occasionato dalle nozze di
Teseo e di Ippolita. La tradizione popolare elisabettiana metteva in
rapporto il mondo delle fate e degli spiriti domestici con i buoni o cattivi
risultati dei matrimoni. Un buon augurio per una giovane coppia era -
come ad esempio si ricava dall’Epitalamio di Spenser - che folletti,
streghe, e anche gufi e corvi, non guastassero la festa con i loro malefici.
Quindi le trame C e D hanno praticamente lo stesso rapporto con A. Dal
punto di vista topico, poi, lo spazio B, che è quello della selva (gli amanti lo
scelgono per fuggire a nozze, o per inseguirsi; gli artigiani, per allestire la
recita), ospiterà anche, come ambiente naturale, tutte le azioni della trama
D.
Da un punto di vista formale, poi, si vedrà facilmente che la trama A si
oppone tipologicamente alla trama D, in quanto è regolata dalle leggi degli
uomini e l’altra dalle leggi delle Fate; l’una offre il mondo comune,
oggettivo, l’altra il mondo straordinario e fantastico. Mentre anche le trame
B e C sono in opposizione antitetica, essendo l’una una trama “romantica”,
l’altra una trama “prosaica”; e la stessa antitesi è prodotta dalla trama C
nei confronti sia di B che di D, poiché il prosaico e materiale della plebe si
oppone ugualmente al raffinato e ideale dei nobili, così come si oppone
all’etereo e al sovrannaturale del fiabesco. D’altronde tutti e quattro gli
intrecci hanno, come elemento paradigmatico, il tema dell’AMORE, o meglio
del RAPPORTO D’AMORE, che tutti accomuna. A = Teseo-Ippolita; B = Ermia-
Demetrio-Elena-Lisandro; C = Piramo-Tisbe (trama demistificatrice del
tema “romantico”); D = Oberon-Titania. Amore enfaticamente ridondante,
iterato e variato; e persino travalicante i singoli plots per farsi superiore
elemento coesivo. Infatti: la trama A e la trama D vengono a contatto
stretto e indissolubile con la trama C per il fatto che, in virtù degli
incantesimi, Titania s’innamora di Bottom (Rocchetto). Inoltre ci sarà da
osservare - e tornerò a parlarne - che l’intreccio A si oppone
antiteticamente all’intreccio B per quanto concerne la simbologia erotica: A
essendo l’amore controllato, dominato, pronto per la sua istituzionale
legalizzazione; l’altro costituendo una fase, potremmo dire anteriore,

