Page 2279 - Shakespeare - Vol. 1
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PRINCIPESSA
Le solite schermaglie tra persone di buon acume.
Ma fate la pace, cari. Questa guerra civile è adatta
col Navarra e i suoi sgobboni. Qui è davvero sprecata.
BOY ET
Se l’acume del mio sguardo, che di rado prende abbaglio
sulla muta eloquenza del cuore di cui l’occhio è lo spiraglio
non m’inganna, quel Navarra s’è pigliato l’infezione.
PRINCIPESSA
Di che male?
BOY ET
Di ciò che noi amanti chiamiamo mal d’amore.
PRINCIPESSA
Sù, dite le vostre ragioni.
BOY ET
Ma via, tutte le sue funzioni s’erano messe in ritiro
nella corte dell’occhio, sbirciando per il desìo.
Il cuore, come un’agata con la vostra figura impressa,
n’era superbo, e la superbia veniva dall’occhio espressa.
La lingua, tutta impaziente di parlare e non veder nulla,
incespicava, smaniosa di tramutarsi in pupilla.
Tutti i sensi si erano chiusi nel solo senso della vista,
per sentire solo ammirando la più bella che esista.
E mi pareva che si fossero tutti stretti nel globo oculare,
come gioielli sottovetro che solo un principe può comprare;
e che offrendo il loro valore da sotto quel cristallo
vi adescano, che li compriate e portiate via passando.
Lo stesso margine del suo viso postillava la meraviglia,
sì che tutti leggevan chiaro gli occhi appesi alle vostre ciglia.
Io v’assicuro l’Aquitania, e tutto ciò di cui lui è signore,
se gli darete, per amor mio, un solo bacino d’amore.
PRINCIPESSA
Via, torniamo nella mia tenda. Boyet è in vena di scherzare.

