Page 2262 - Shakespeare - Vol. 1
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BRUSCOLINO

(a parte) Il che vi dimostra un topo.

     ARMADO

Dopodiché io vo’ confessarti di essermi innamorato; e poiché per un
soldato l’innamorarsi è volgare, mi sono innamorato di una volgare
monella. Se snudare il brando contro l’umor d’amore potesse liberarmi da
quell’ignobile pensamento, io trarrei prigioniero il mio desìo, e lo
scambierei con un qualsiasi cortegiano francioso che m’insegnasse un
inchino di nuovo conio. Sospirare io lo credo spregevole: forse dovrei con
giuramento rinnegare Cupìdo. Un po’ di conforto, monello mio. Quali degli
uomini magni sono stati malati d’amore?

     BRUSCOLINO

Ercole, signore mio.

     ARMADO

Dolcissimo Ercole! Altri esempi, caro mottino, dimmene altri; e che si tratti,
bello il mio piccoletto, di uomini ben portanti e di sicura nomea.

     BRUSCOLINO

Sansone, padrone mio: lui sì ch’era ben portante, anzi di gran portata,
perché come portatore si portò sulle spalle le porte della città. E s’era
preso una tale sbandata.

     ARMADO

Oh ben portante Sansone! Oh forzuto Sansone! Io ti batto col mio spadone
come tu mi battevi nel portare le porte. Ho preso anch’io una forte
sbandata. Chi l’era l’amor di Sansone, mio caro Bruscolino?

     BRUSCOLINO

Una donna, padrone.

     ARMADO

Sì, ma di quale incarnato? 11

     BRUSCOLINO

Di tutti e quattro, o di tre, o di due, o d’uno dei quattro.

     ARMADO
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