Page 2228 - Shakespeare - Vol. 1
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231 IV, iv, 87 stint: frequentemente in Shakespeare nel senso di «far cessare», «arrestare»
(Onions).
232 IV, iv, 88 giddy: «storditi» o anche «frivoli», «volubili». Nella traduzione si è scelto il primo senso,
più specifico della parola e più appropriato, in questa tragedia, a qualificare un popolo che non
mostra mai di avere chiare idee o progetti politici.
233 IV, iv, 92 honey-stalks: gambi di trifoglio. Composto inventato da Shakespeare e non più usato
né da lui né da altri scrittori. Onions nota tuttavia che un altro composto simile, honey-suckle,
era usato anticamente per designare il trifoglio rosso ed è tuttora espressione corrente nel
Warwickshire e in altre regioni dell’Inghilterra centrale. Le pecore che si cibano di queste erbe
possono morirne.
234 IV, iv, 101 Qui Tamora si rivolge a Emilio.
235 IV, iv, 110 temper: qui in uno dei sensi usato altrove da Shakespeare di «to work upon»
(Onions).
236 IV, iv, 114 incessantly, emendamento proposto da Capell e seguito da molte edizioni moderne;
in Ql sucessantly; in Q2-F successantly. Con probabile derivazione dal francese incessamment,
l’uso di incessantly per «immediatamente», pur raro, risulta documentato.
237 V, i, didascalia Risulta goffa l’aggiunta soldiers al precedente army. Si è congetturato che drums
and soldiers possa essere una nota marginale di mano del suggeritore sul copione di scena.
238 V, i, 2 letters: plurale usato per il singolare, com’era frequente a quel tempo per tale parola e
come attesta la terza persona singolare usata nella proposizione relativa che segue.
239 V, i, 7 scath: nel senso di «danneggiamento», «offesa».
240 V, i, 13 bold in: equivalente a «confident in», come altrove in Shakespeare.
241 V, i, 15 master: oggi si direbbe l’ape regina, ma all’epoca si credeva che esistesse un re delle
api.
242 V, i, 16 cursèd Tamora : vista come una rinnegata dal suo popolo per essersi insediata da
imperatrice in Roma. Si noterà nelle parole di questi Goti uno stile alto, insieme ad una dignità,
una nobiltà di comportamento non certo da barbari, quali erano stati definiti all’inizio. La barbarie,
in questo dramma, è solo dei grandi, o dei figli dei grandi.
243 V, i, 21 Ecco un altro aspetto inatteso in questi soldati goti assai improbabili: sono anche dotati di
raffinato gusto estetico!
244 V, i, 27 dam: lezione di Q2-F, preferita alla lezione dame di Q1, perché ricorrente molte volte nel
dramma a designare «genitrice di animali». L’ironia di Aaron, il suo non raro atteggiamento di
sprezzo nei confronti di Tamora, nonché il suo frequente uso di metafore animalesche (cfr.
anche in questa battuta i vv. 31-32), rendono più pregnante la lezione dam.
245 V, i, 28 bewray: arcaico per «rivelare», «tradire».
246 V, i, 42 pearl... eye: si veda l’Oxford Dictionary of English Proverbs: «A black man is a pearl in a
fair woman’s eye» («Un negro è una perla agli occhi di una bella donna»).
247 V, i, 44 wall-eyed: dall’antico scandinavo vagleygr, dove vagl sta per pellicola che si forma sopra
gli occhi (come nel glaucoma) e eygr sta per «eyed» (d’occhio, d’occhi); quindi, dagli occhi la cui
iride è scolorita al punto da non essere quasi distinguibile dalla cornea; per estensione, dall’occhio
fosco, torvo.
248 V, i, 53 Molte edizioni moderne, seguendo la congettura di Pope, spostano Get me a ladder in
chiusura della precedente battuta di Lucio, mentre tutte le edizioni antiche riportano il verso così
come è qui riprodotto. La congettura di Pope si basa sulla apparente inverosimiglianza della
richiesta di Aaron che gli sia portata una scala, mentre invece, tale richiesta sarebbe appropriata
a Lucio come ultimo ordine per preparare l’impiccagione di Aaron e di suo figlio. Ma è ben
possibile che al suo primo ordine (v. 47 A halter, soldiers ) siano stati messi in atto dai soldati i
preparativi per tale impiccagione e che quindi Aaron, per salvare la vita di suo figlio, chieda una

