Page 2066 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2066
RAGAZZO
Non lo so, mio signore, né riesco a indovinarlo,
a meno che non l’abbia presa un attacco di follia;
perché spesso ho sentito dire al nonno
che un eccesso di pena può far impazzire;
e ho letto che Ecuba di Troia
diventò pazza di dolore; 168 e questo mi ha fatto paura,
anche se, mio signore, io so che la mia nobile zia
mi ama quanto mi amava mia madre
e non spaventerebbe un ragazzo come me, se non per follia;
perciò ho gettato in terra i libri e sono scappato
senza ragione, forse; ma perdonami, dolce zia;
e se lo zio Marco viene con noi,
sono pronto a seguire vossignoria.
MARCO
Verrò, Lucio. 169
TITO
Che c’è, Lavinia? Marco, che vuol dire questo?
C’è qualche libro che vuole vedere.
Quale di questi è, ragazza? Aprili, ragazzo.
Ma tu sei più istruita e più colta;
vieni a scegliere nella mia biblioteca
e inganna così il tuo dolore, finché i cieli
non rivelino il dannato artefice di questo misfatto.
Perché alza a quel modo un braccio dopo l’altro?
MARCO
Credo voglia dire che ce n’erano più d’uno,
alleati nel delitto: sì, più d’uno;
oppure alza le braccia al cielo per vendetta.
TITO
Lucio, che libro è quello che agita così? 170
RAGAZZO
Le Metamorfosi di Ovidio, 171 nonno;
me lo diede mia madre.