Page 2027 - Shakespeare - Vol. 1
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Queste parole, questi sguardi mi infondono nuova vita.
T AMORA
Tito, io sono incorporata in Roma,
una romana adottata ora felicemente,
e devo consigliare l’imperatore per il suo bene.
Oggi tutti i litigi si estinguono, Andronico;
e sia mio onore l’averti riconciliato
con i tuoi amici, mio buon signore.
Per te, principe Bassiano, ho dato
la mia parola e la mia promessa all’imperatore
che sarai più mite e trattabile.
E voi non temete, signori, né tu, Lavinia:
su mio consiglio, tutti umiliati in ginocchio,
chiederete perdono a Sua Maestà.
FIGLI 52
Lo facciamo, e giuriamo al cielo, e a Vostra Altezza
che ciò che facemmo fu fatto con moderazione,
mirando solo all’onore di nostra sorella e al nostro.
MARCO
Questo, sul mio onore, io qui lo confermo.
SAT URNINO
Via, basta con le parole; non infastiditeci più. 53
T AMORA
No, no mio dolce imperatore, dobbiamo essere tutti amici:
il tribuno e i suoi nipoti s’inginocchiano per la grazia;
non voglio essere contraddetta: mio amato, voltati.
SAT URNINO
Marco per riguardo a te, e a tuo fratello qui,
e dietro le preghiere della mia amabile Tamora,
rimetto a questi giovani le loro gravi colpe:
alzatevi.
Lavinia, anche se mi hai lasciato come un bifolco,
io ho trovato un’amica e ho giurato, certo come la morte,
che non avrei lasciato scapolo il prete.