Page 2026 - Shakespeare - Vol. 1
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fu gradita ai tuoi occhi principeschi,
lasciami parlare imparzialmente per tutti;
e su mia supplica, o amato, perdona quanto è accaduto.
SAT URNINO
Cosa, signora? venir pubblicamente disonorato
e vilmente rinfoderar la spada 49 senza vendetta?
T AMORA
Non questo, mio signore: non vogliano gli dèi di Roma
che io sia l’autrice del tuo disonore!
Ma, sul mio onore, oso sostenere
l’innocenza piena del buon Tito,
il cui furore, non dissimulato, rivela le sue pene.
Su mia supplica, quindi, guarda a lui benignamente.
Non perdere un così nobile amico per un vano sospetto
e non affliggere con aspri sguardi il suo cuore gentile.
[A parte] Mio signore, fatti guidare da me, datti per vinto;
dissimula tutte le tue pene e scontentezze:
sei stato piantato solo da poco nel tuo trono;
e dunque, perché il popolo, e i patrizi,
riconsiderando il tutto, non prendano la parte di Tito
e ti soppiantino per ingratitudine,
che Roma reputa essere grave peccato,
cedi alle preghiere, e lascia fare a me:
troverò il giorno per massacrarli tutti
e sradicare 50 la loro fazione e la loro famiglia,
il padre crudele e i suoi figli traditori,
che ho supplicato per la vita del mio caro figlio;
e gli farò conoscere cosa voglia dire far inginocchiare
una regina nella strada e farle chiedere grazia invano. -
Vieni, vieni, dolce imperatore; vieni, Andronico;
fa’ alzare questo buon vecchio e rianimane il cuore
che muore nella tempesta del tuo irato cipiglio. 51
SAT URNINO
Alzati, Tito, alzati: la mia imperatrice ha vinto.
TITO
Ringrazio la vostra maestà, e lei, mio signore.