Page 2018 - Shakespeare - Vol. 1
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questi pegni del mio onore umiliati ai tuoi piedi.
SAT URNINO
Grazie, nobile Tito, padre della mia vita.
Quanto fiero io sia di te e dei tuoi doni
Roma ne sarà testimone, e se dimenticherò
il più piccolo di questi indescrivibili meriti,
Romani, dimenticatevi la fedeltà che mi dovete.
TITO
Ora, signora, siete prigioniera di un imperatore,
di uno, che per il vostro onore e grado
vi tratterà nobilmente insieme al vostro seguito.
SAT URNINO
Una donna avvenente, davvero, del tipo
che sceglierei, dovessi scegliere di nuovo. 23
Rasserena, bella regina, quell’aspetto annuvolato:
se i casi della guerra 24 hanno operato questo mutamento d’umore
non sei venuta a Roma per essere schernita:
sarà principesco il tuo trattamento, in ogni cosa.
Fidati della mia parola, e lo scontento
non scoraggi tutte le tue speranze: signora, chi ti conforta
può farti più grande che regina dei Goti. 25
Lavinia, non sei dispiaciuta per questo?
LAVINIA
Non io, mio signore, poiché 26 la vera nobiltà
dà garanzia di cortesia principesca a queste parole.
SAT URNINO
Grazie, dolce Lavinia. Romani, andiamo.
Senza riscatto qui noi rendiamo liberi i nostri prigionieri. 27
Signori, proclamate il nostro rango con trombe e tamburi.
Fanfara.
BASSIANO
Mio signore, Tito, con tua licenza, questa fanciulla è mia. 28