Page 2014 - Shakespeare - Vol. 1
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Entrano di nuovo i figli di Andronico.

LUCIO

 Guarda, signore e padre, come abbiamo compiuto
 i nostri riti romani: le membra di Alarbo sono mozzate
 e le sue interiora nutrono il fuoco sacrificale,
 il cui fumo come incenso profuma il cielo.
 Non resta altro che sotterrare i nostri fratelli
 e con alti squilli di tromba accoglierli a Roma.

ANDRONICO

 Che sia così, e che Andronico
 renda quest’ultimo saluto alle loro anime.

               Suonano le trombe e la bara è posta nella tomba.

 In pace e onore riposate qui, miei figli;
 i primi campioni di Roma, riposate qui in pace,
 sicuri dai casi e dalle sventure del mondo.
 Qui non si cela il tradimento, qui non si gonfia l’invidia,
 qui non crescono dannate piante velenose, qui non c’è tempesta,
 né rumore, ma silenzio e sonno eterno.
 In pace e onore riposate qui, miei figli.

                                       Entra Lavinia.

LAVINIA

 In pace e onore viva a lungo Tito,
 il mio nobile signore e padre viva nella fama.
 Ecco, su questa tomba io rendo il mio tributo
 di lacrime per le esequie dei miei fratelli;
 e ai tuoi piedi m’inginocchio con lacrime di gioia,
 versate su questo suolo per il tuo ritorno a Roma.
 Oh, benedicimi qui con la tua mano vittoriosa,
 le cui fortune applaudono i migliori cittadini di Roma.

TITO

 Gentile Roma, che con tanto amore hai preservato
 il conforto della mia vecchiezza per rallegrarmi il cuore!
 Lavinia, vivi; sopravvivi ai giorni di tuo padre,
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