Page 2011 - Shakespeare - Vol. 1
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Amici, così determinati per il mio diritto,
vi ringrazio tutti e qui vi congedo tutti,
e all’amore e al favore del mio paese
rimetto me stesso, la mia persona e la mia causa.
Roma, sii giusta e benevola con me
come io sono fiducioso e gentile con te.
Aprite le porte 6 e fatemi entrare.
BASSIANO Salgono al Senato.
Anche me, o tribuni, umile contendente.
Entra un capitano.
CAPIT ANO
Romani, fate luogo, il buon Andronico,
patrono della virtù, di Roma il miglior campione,
vittorioso nelle battaglie che ingaggia,
con onore e con fortuna è ritornato
di là dove ha circoscritto 7 con la spada
e messo al giogo i nemici di Roma.
Suonano tamburi e trombe, e poi entrano due dei figli di Tito, e poi due
uomini che portano una bara coperta di nero; poi due altri figli; poi Tito
Andronico; e poi Tamora, la regina dei Goti, e i suoi tre figli Alarbo, Chirone
e Demetrio, con Aaron il Moro, e altri, quanti più possibile; poi è depositata
la bara, e Tito parla.
TITO
Salve, Roma, vittoriosa nelle tue gramaglie!
Ecco, come la nave che, scaricata la sua merce,
ritorna con prezioso carico alla baia
da cui dapprima salpò le ancore,
viene Andronico, cinto di fronde d’alloro,
per risalutare il suo paese con le lacrime,
lacrime di vera gioia per il suo ritorno a Roma.
Tu, 8 grande protettore di questo Campidoglio,
presiedi benevolo ai riti 9 a cui ci volgiamo.
Romani, dei venticinque miei valorosi figli,
metà di quanti il re Priamo ne ebbe,
guardate i poveri resti, vivi e morti.