Page 1994 - Shakespeare - Vol. 1
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È chiaro che Jonson si fa gioco proprio della «costanza» di tale gusto ormai
sorpassato; ma, nel farlo, ci offre una preziosa testimonianza del grande, e
davvero duraturo, successo popolare di questa tribolatissima e spesso
rifiutata fra tutte le opere shakespeariane, e nello stesso tempo pare
offrircene una datazione precisa: il 1589, come minimo, se non prima. Ma
va tenuto presente che egli si riferisce, in prima istanza, alla tragedia di
Kyd, scritta indubbiamente prima di questa di Shakespeare, con tutta
probabilità tra il 1586 e il 1588: dunque esattamente venticinque o trenta
anni addietro rispetto alla sua commedia. Comunque, Jonson accomunava
non senza ragione le due opere, a livello del gusto, distanziandole
ironicamente come sensazionalistiche e barbariche.
Tito Andronico fu pubblicato, primo dramma di Shakespeare ad andare in
stampa, nel 1594, in una edizione in-quarto curata dal tipografo John
Danter che aveva iscritto l’opera, come per legge, nel registro della
corporazione dei cartolibrai (lo «Stationers’ Register») il 6 febbraio di
quello stesso anno, con la dizione «a booke intituled a Noble Roman
Historye of Tytus Andronicus». Sul frontespizio veniva indicato, secondo
l’uso corrente nella pubblicazione di opere drammatiche, che la tragedia
era già stata messa in scena dalle compagnie del Conte di Derby, del
Conte di Pembroke e del Conte del Sussex.
Sappiamo che, pochi giorni prima della registrazione dell’opera per la
stampa, il 23 gennaio di quel 1594, il dramma era stato rappresentato
dalla compagnia del Conte del Sussex, un complesso di recente formazione
che avrebbe cessato di esistere nel corso dello stesso anno. L’informazione
ce la dà, nel suo prezioso diario, Philip Henslowe, lo spregiudicato
impresario teatrale che diresse il famoso teatro The Rose, e poi l’altro, non
meno importante, The Fortune, e tenne a battesimo, quando non sfruttò
fino alla fine, quasi tutti i drammaturghi dell’epoca. Egli annota infatti sotto
quella data la rappresentazione di «titus & ondronicus», che segna come
«ne» (cioè, «new»: nuova); e ripete la stessa annotazione per altre
rappresentazioni, del 28 gennaio e del 6 febbraio. A stare a Henslowe,
dunque, l’opera era nuova, e pertanto doveva essere stata scritta da poco:
nel 1593 o poco prima. Tale datazione potrebbe essere accettabile, anche
sulla base di altre considerazioni, che vedremo; ma è stata messa in
dubbio - oltre che per ragioni strutturali e stilistiche - sia da chi ha fatto
rilevare che spesso Henslowe segnava come «nuove» anche opere
rimanipolate o riscritte (e Tito Andronico potrebbe, nell’opinione di alcuni,
essere il rifacimento di un dramma precedente, di mano di un altro
autore), sia da chi ha fatto notare che nel frontespizio della prima edizione
a stampa è detto, l’abbiamo già visto, che il dramma era stato
rappresentato da t r e compagnie, di cui l’ultima era appunto quella del
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