Page 1858 - Shakespeare - Vol. 1
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LANCIOT T O

Sì, signore. L’altro, quella specie di scoiattolo, me l’han rubato al mercato
quei ragazzacci scavezzacolli; e allora le ho offerto il mio, di cane, che è
grande quanto dieci dei vostri, e perciò è un dono tanto più grande.

PROT EO

 Filatene di qui e ritrova il mio cane,
 o non far più ritorno al mio cospetto.
 Fuori, ti dico! Che aspetti, di farmi andare in bestia?

                                                                            [Esce Lanciotto]
 Un manigoldo, che mi fa fare eterne figuracce!
 Sebastiano, t’ho assunto al mio servizio
 un po’ perché ho bisogno d’un giovane come te,
 che sappia con discrezione attendere ai miei affari
 (c’è poco da fidarsi di quello scriteriato),
 ma soprattutto per le tue fattezze e il tuo contegno
 che - se l’istinto non m’inganna -
 dicon che sei ricco, bene educato e leale.
 Sappi pertanto che proprio per questo ti prendo con me.
 Va’ senza indugio, prendi con te quest’anello,
 consegnalo a Madonna Silvia...
 Mi amava molto, chi me ne fece dono.

GIULIA

 Si direbbe che non l’amavate, se date via il suo pegno.
 È forse morta?

PROT EO

             No, credo che sia viva.

     GIULIA

Ahimè!

PROT EO

 Perché gridi “Ahimè”?

GIULIA

                Non posso far altro
 che compiangerla.
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