Page 1859 - Shakespeare - Vol. 1
P. 1859

PROT EO

         E perché dovresti compiangerla?

GIULIA

 Perché mi pare che lei doveva amarvi
 quanto voi amate la vostra dama, Silvia.
 Ella sogna di un uomo dimentico del suo amore,
 voi vi struggete per una donna che ha in spregio il vostro.
 È un guaio che quest’amore sia un tal bastian contrario,
 e se ci penso mi vien da dire “Ahimè!”.

PROT EO

 Bene, dalle l’anello e, giacché ci sei,
 questa lettera. Quella è la sua stanza. Dite alla mia dama
 che le ricordo la promessa di quel ritratto celestiale.
 A missione compiuta, torna in camera mia,
 e là mi troverai, triste e solitario.

                                                              [Esce]

GIULIA

 Quante donne si accollerebbero una tale ambasciata?
 Ahimè, povero Proteo, tu hai arruolato
 una volpe, a far la guardia ai tuoi agnellini.
 Ahimè, povera sciocca, perché mi muovo a pietà di colui
 che mi disprezza dal profondo del cuore?
 Poiché lui ama lei, di me lui non si cura,
 e poiché io amo lui, devo averne pietà!
 Questo è l’anello che gli affidai nel separarmi da lui,
 per vincolarlo alla memoria del mio affetto;
 e ora son io, infelice messaggero,
 a invocare ciò che mai vorrei ottenere,
 a portare ciò che vorrei veder respinto,
 a lodare una fede che vorrei screditare.
 Io sono il vero amore del mio padrone, a lui consacrata,
 ma non posso essere il suo fedele servitore,
 a costo di essergli infedele, tradendo me stessa.
 Corteggerò per lui, ma lo sa il cielo
 che farà fiasco: ché io sarò di gelo.

                                        [Entra Silvia]
 Gentildonna, buongiorno. Vi prego, siatemi d’aiuto:
 portatemi a parlare con Madonna Silvia.
   1854   1855   1856   1857   1858   1859   1860   1861   1862   1863   1864