Page 1862 - Shakespeare - Vol. 1
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SILVIA

     Non è donna di eccezionale bellezza?

     GIULIA

     È stata più bella, signora, che non sia ora.
     Quando credeva che il mio padrone l’amasse davvero
     ella era, a mio giudizio, bella quanto voi.
     Ma da allora ella ha messo da parte lo specchio
     e gettato il velo che la proteggeva dal sole 62
     sì che l’aria ha avvizzito le rose delle sue gote
     e illividito il candore di giglio del suo volto,
     il quale adesso si è oscurato, ed è come il mio.

     SILVIA

È alta?

     GIULIA

     Più o meno quanto me. Tant’è vero che a Pentecoste -
     tempo di recite e liete mascherate -
     i nostri giovani mi fecero impersonare una donna
     e fui abbigliato nella gonna di Madonna Giulia:
     la quale, a detta di tutti, mi stava a pennello,
     quasi che l’indumento l’avessero fatto su misura.
     Per questo so che è alta quanto me.
     E in quell’occasione la feci piangere sul serio,
     visto che recitavo una parte assai commovente.
     Signora, si trattava di Arianna, in preda alla passione
     pel tradimento di Teseo e la sua fuga crudele;
     ed io recitai con tale slancio e tante lacrime
     che la mia povera padrona, commossa com’era,
     ne pianse amaramente; e vorrei esser morto
     se non provai, intimamente, la sua stessa pena. 63

     SILVIA

     Dovrebbe esserti grata, paggio cortese.
     Ah, la povera signora, sola e abbandonata!
     Viene anche a me da piangere, se penso alle tue parole.
     A te, bel giovane: eccoti la mia borsa. Te ne faccio dono
     in onore della tua padrona, giacché le vuoi tanto bene.
     Addio.
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