Page 1855 - Shakespeare - Vol. 1
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SILVIA
O Aglamoro, tu sei un gentiluomo -
non credere lo dica per adularti, ti giuro, non è così -
ardito, savio, compassionevole, compìto.
Tu non ignori qual profondo affetto
io porti all’esiliato Valentino;
né che mio padre vorrebbe forzarmi a sposare
il vanesio Turione, ch’io aborro dal profondo dell’anima.
Tu stesso hai amato, e ti ho anche udito dire
che mai dolore ti è giunto dritto al cuore
quanto la morte della dama che tanto amavi,
sulla cui tomba giurasti eterna castità.
Ser Aglamoro, vorrei andar da Valentino
a Mantova, ove mi han detto che dimora; 60
e poiché le strade son piene di pericoli
vorrei che mi facessi degnamente compagnia:
del tuo onore e della tua fedeltà posso fidarmi.
Non farti schermo dell’ira di mio padre, Aglamoro,
ma pensa al mio dolore, al dolore d’una donna,
al buon diritto che ho di fuggir via
per salvarmi da una di quelle unioni disgraziate,
che cielo e sorte da sempre ripagano con mille guai.
Io ti scongiuro - e lo faccio con cuore
pieno di angustie, come il mare di sabbia -
di farmi da cavaliere e partire con me.
Se no, di tacere su quanto t’ho confidato,
così da poter rischiare di partire da sola.
AGLAMORO
Madonna, assai mi dolgo delle vostre pene,
e poiché so che hanno un virtuoso oggetto
acconsento ad accompagnarvi,
senza far conto delle conseguenze:
tanto mi sta a cuore la vostra buona fortuna.
Quando intendete partire?
SILVIA
Stasera stessa.
AGLAMORO
Dove potrò incontrarvi?