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una donna di carne e sangue. A Felismena è predetto un destino di
infelicità amorosa (alleviato dal dono della fortezza). Per questo resiste a
lungo alla corte di Don Felice. Quando infine si risolve ad accettarla, il
nobile padre di lui lo invia da un principe straniero. Felice ne è così
sconvolto che parte senza dirle addio, e Felismena, temendosi tradita, si
mette sulle sue tracce travestita da paggio, e lo ritrova intento a una
serenata notturna per una dama di corte di cui si è nel frattempo invaghito.
Il finto paggio si mette al suo servizio: lo serve al punto di far da tramite ai
suoi messaggi d’amore. Ma la dama resiste, essendosi invaghita del
paggio, e solo la sua morte prematura dissolve il triangolo perverso. Felice,
disperato, scompare. Felismena, sul suo bianco destriero, gira pel vasto
mondo coraggiosa e paziente, salvando uomini e donne da insidie e
pericoli. Tra i salvati è Felice, ritrovato alfine in una remota oasi
verdeggiante - «lontana da cittadi e da villaggi», come direbbe l’Ariosto.
Se queste sono le fonti primarie, resta da spiegare il perché
dell’ambientazione italiana, nonché di Verona. Un perché già insito nella
scelta del titolo, che ricalca quello di The Two Italian Gentlemen, stampata
nel 1585 da Anthony Munday, poligrafo dall’ingegno versatile, e altrimenti
nota come Fedele e Fortunio . La commedia, rifacimento di un originale
italiano, narra la rivalità di due amici per i favori della stessa donna. Il
Munday conosceva bene il nostro paese (vi aveva anche fatto la spia per
conto della Regina), e l’ambientazione italiana scelta da Shakespeare si
deve anche a lui. Tenendo presente che verso la fine del Cinquecento
l’Italia è “territorio dell’immaginazione” per gli inglesi: ora demonizzata
come sentina di vizi e di veleni - il paese dei Borgia, della Dama Scarlatta
e del machiavellismo deteriore - ora sognata come culla della cultura
umanistica e delle arti, prima fra tutte l’arte del vivere: la terra del
Castiglione e delle eleganti e raffinate corti principesche. Dove collocare
una vicenda di pura evasione, se non nella cornice di una corte italiana,
nelle vie e nelle piazze delle nostre famose città? Questa Italia sognata è
luogo deputato all’evasione romantica. La commedia “romantica” (o
romanzesca) inglese nasce così per il tramite delle commedie italianate
con le quali all’inizio si era potuto confonderla. Quanto a Verona, la scelta
di Shakespeare è chiaramente dovuta a una fresca lettura del poema
narrativo Romeo e Giulietta di Arthur Brooke (1562): che non gli fornisce
per ora che qualche nome, e qualche situazione marginale. Ma è già
possibile capire, dai Due gentiluomini, che la mente di Shakespeare sta
raccogliendo spunti per il dramma che dovrà rendere Verona famosa nel
mondo.
La trama della commedia è la seguente, nella suddivisione scenica che ci è
pervenuta:
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