Page 1741 - Shakespeare - Vol. 1
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PREFAZIONE
I due gentiluomini di Verona è opera giovanile. Se ne ignorano data di
composizione e fortune teatrali, ma per contenuti, struttura, stile e
linguaggio la si fa risalire agli anni del cosiddetto apprendistato artistico di
Shakespeare - cosiddetto, poiché il poeta rivela sin dagli inizi
un’inconsueta padronanza di mezzi espressivi e piena consapevolezza dei
fini. L’opera è, pertanto, contemporanea (o di poco posteriore) alla
Commedia degli errori e alla Bisbetica domata; così come è di poco
posteriore al Tito Andronico e alla saga in tre puntate di Enrico VI, e
contemporanea di Riccardo III. Sin qui il giovane autore ha saputo
muoversi con sicurezza entro precise coordinate: il truce dramma
senechiano, la tragedia alla Marlowe con un eroe di sovrumana nequizia, la
“cronaca storica” sui fasti e nefasti del reame; e nel teatro di puro
intrattenimento, la commedia plautina dal classico rigore formale, e quella
“all’italiana”, colorita e rumorosa, al limite della farsa.
C o n I due gentiluomini Shakespeare tenta di uscire dal seminato: un
esperimento tecnicamente non del tutto riuscito, ma destinato ad aprire la
strada a quanto di più squisitamente personale stia per emergere nel suo
teatro: le commedie “romantiche” della maturità, dove grazia, fantasia,
inventiva si coniugano felicemente a una riflessione sempre più
problematica sulle complessità e ambiguità di ogni motivazione umana. In
nessun altro dramma si avvertono tante premonizioni di altri drammi a
venire. Potremmo dire con Shakespeare che
Mai tanto dolce venne giorno d’aprile
a dir che la sontuosa estate è già in arrivo.
Una serie non piccola di spunti e situazioni potrebbe costituire un primo
canovaccio per La dodicesima notte; altri spunti portano difilato al
Mercante di Venezia e a Romeo e Giulietta, mentre le implicazioni più serie
del testo - e se ne posson trovare, contro ogni apparenza - daranno esca
alle inquietudini del Sogno d’una notte di mezza estate, di Molto rumore
per nulla e di Come vi piace. E anche più lontano: alcuni temi prefigurati in
questa commedia riaffioreranno nei romances dell’ultima stagione
shakespeariana, in Cimbelino e ne I due nobili cugini: quasi un ritorno alle
origini del drammaturgo di Stratford.
In questo prototipo di commedia “romantica” assistiamo a un tentativo di
fusione di temi e generi letterari sino a questo momento rimasti esterni