Page 1743 - Shakespeare - Vol. 1
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Shakespeare, ed esse si possono ricondurre a due filoni principali. Il primo,
di origine classica, che il Rinascimento europeo, imbevuto di platonismo,
riporta alla luce per una breve stagione, celebra il culto dell’amicizia virile,
sorgente d’ogni nobile azione, disposta al sacrificio estremo: un’amicizia in
cui l’attrazione per la donna viene a portare turbamento e conflitto. Il
secondo, di derivazione medievale e ispirato ai canoni dell’amore cortese,
è il filone della love-quest, ovvero l’odissea d’amore: che lascia ampi spazi
all’avventura e al meraviglioso (e qui si collocano i romanzi cavallereschi in
prosa e in versi che fecero uscir di senno Don Chisciotte).
Al primo filone appartiene il più celebrato dei romanzi elisabettiani,
Euphues, or the Anatomy of Wit (1578). Possiamo tradurre con Anatomia
dell’Ingegno, o dello Spirito (il wit cinquecentesco include l’idea del
concettismo, dell’acrobazia intellettuale, dell’astuzia verbale). Opera del
Lyly, a cui si devono i termini poi invalsi nell’uso quali “eufuismo” ed
“eufuistico” - ed eufuistiche possono definirsi le prime commedie
dell’artista di Stratford. Tema del romanzo, essenzialmente didattico,
l’indefettibile amicizia di Euphues e Philautus, i quali però non capiscono
che la virtù, e non il piacere, è il fine ultimo d’un rapporto ideale. Euphues
s’innamora di Lucilla, la donna dell’altro. E sarà proprio lei a sciogliere il
dilemma, negandosi a Euphues e ristabilendo una volta per tutte il primato
dell’ideale.
Ma c’è un modo più eroico di uscire dall’impasse, e lo suggerisce «La
mirabile istoria di Tito e Gisippo, laddove pienamente si afferma l’ideale
della perfetta amistà». Shakespeare l’ha letta nell’Uomo di Governo
(l’originale è in Boccaccio). Siamo ad Atene, dove il romano Tito si
innamora di Sofronia, la bella e virtuosa amante di Gisippo, a dispetto di un
austero codice etico e della fede riposta in lui dall’amico. Gisippo, «più
stimando la vera amicizia che non l’amore di donna, al quale veniva indotto
dagli amici, non già perché sospinto dalla violenza di Cupido», fa dono a
Tito di Sofronia: per quanto preziosa, non sarà mai unica e insostituibile
com’è Tito per lui. E Tito non sarà da meno: quando l’amico è accusato di
omicidio, incolperà se stesso (e l’assassino, colpito da tanta magnanimità,
confesserà il delitto).
Al filone della love-quest appartiene invece la storia di Felice e Felismena,
tratta da La Diana enamorada di Jorge de Montemayor (1542), il primo
romanzo pastorale di Spagna, conosciuto in tutta Europa e tradotto in
inglese da Bartholomew Yong (1582). Si tratta di una storia interpolata che
può aver dato a Shakespeare lo spunto che attendeva, permettendogli di
saldare il motivo dell’odissea d’amore a quello iniziale del triangolo
affettivo: di operare cioè una sorta di “quadratura del triangolo”,
affiancando all’amico infedele una donna fedele, e alla donna angelicata