Page 1643 - Shakespeare - Vol. 1
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ANGELO

[a parte]
     Che donna svergognata! Sono entrambe
     bugiarde, in questo è il pazzo che ha ragione.

     ANTIFOLO E.

     Mio sovrano, so bene quel che dico,
     non mi confonde il vino né la collera
     mi annebbia, anche se i torti che ho subito
     farebbero impazzire anche chi è savio.
     Questa donna mi ha chiuso fuori casa,
     e il gioielliere, qui, può confermarlo,
     a meno che non sia dalla sua parte.
     Era con me, ci siamo separati
     ché doveva portare una catena
     al Porcospino, dove stavo a pranzo
     con Balthazar, ma alla fine del pasto,
     non avendolo visto, vo a cercarlo,
     e per la strada, insieme a quel signore,
     lo incontro, quel bugiardo; si permette
     di gridare che io avevo la catena,
     mentre Dio sa che non l’avevo vista.
     Così vengo arrestato e consegnato
     a una guardia; ubbidisco, e intanto mando
     il servo a casa a prendere dei soldi
     che invece non mi porta. Chiedo allora
     gentilmente alla guardia che si vada
     tutti insieme un momento a casa mia;
     ma per via chi incontriamo? sì, mia moglie,
     sua sorella, e una banda di vigliacchi,
     fra i quali un certo Pinch, trista figura,
     una specie di scheletro ambulante,
     un saltimbanco, che so, un indovino,
     di quelli che ti guardano con occhi
     famelici e infossati, un morto-vivo, 69
     che come niente fosse si qualifica
     come esorcista, mi fissa negli occhi,
     mi tasta il polso, accosta alla mia faccia
     quel suo ceffo spettrale che una faccia
     non può certo chiamarsi, e a tutti strepita
     che sono posseduto da un demonio.
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