Page 1641 - Shakespeare - Vol. 1
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MESSO
Signora,
fuggite, presto, mettetevi in salvo!
Il padrone e il suo servo son fuggiti,
han picchiato le ancelle, incatenato
il povero dottore, e la sua barba
han bruciacchiato con tizzoni ardenti;
poi han spento la fiamma rovesciandogli
grandi secchi di liquido melmoso
sulla faccia; il padrone ora gli dice
d’aver pazienza, e il servo con le forbici
lo tosa come se fosse un buffone;
certo, se non venite in suo soccorso,
ammazzeranno il povero esorcista.
ADRIANA
Che dici, sciocco, il servo ed il padrone
sono qui tutti e due, tu dici il falso.
MESSO Grida dall’interno.
Signora, ve lo giuro, non respiro
neanche dal momento in cui l’ho visto.
È furibondo e giura, se vi prende,
che con la fiamma vuole sfigurarvi.
Ecco, ecco, lo sento! Su, fuggite!
DUCA
Resta qui, accanto a me, senza paura.
Alabardieri!
ADRIANA
Ma sì, è mio marito!
Vi dico io, va in giro dappertutto
ubiquo ed invisibile; poc’anzi
nell’abbazia, e ora qui davanti:
non può spiegarlo la ragione umana.
Entrano Antifolo di Efeso e Dromio di Efeso.
ANTIFOLO E.