Page 1616 - Shakespeare - Vol. 1
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LUCIANA
Ti prego, sii paziente...
ADRIANA
No, non posso,
e non voglio nemmeno. So frenare
il cuore, non la lingua; e allora dico
che è un mostro, vecchio, vizzo, storpio, orrendo;
brutto in viso, nel corpo repellente,
e poi è rozzo, stupido, malvagio,
peggio ancora di dentro che all’aspetto.
LUCIANA
Non vedo allora perché sei gelosa.
Te ne sei liberata, e lo rimpiangi?
ADRIANA
Quel che penso è diverso, lo confesso,
da quel che dico; io voglio che agli occhi
delle altre donne sembri ancor peggiore;
grido come l’uccello per cacciare
ogni intruso dal nido, ma in segreto
fra gli insulti continuo ad aspettarlo.
Entra Dromio di Siracusa.
DROMIO S.
Presto, borsa, forziere, su, muovetevi! 50
LUCIANA
Non hai più fiato?
DROMIO S.
Ho fatto una gran corsa.
ADRIANA
Ma dov’è il tuo padrone? Come sta?
DROMIO S.
Sta nel Tartaro, peggio che all’inferno.