Page 1607 - Shakespeare - Vol. 1
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Questa è città di streghe, di misteri:
è dunque tempo che la lasci. Quella
che mi chiama marito, la detesto
con tutta l’anima; invece la sorella,
piena com’è di grazia e di parole
dolci e suadenti, mi ha quasi portato
a tradire me stesso. Ma non voglio
macchiarmi di una colpa di tal genere;
non udrò più quel canto di sirena.
Entra Angelo con il monile.
ANGELO
Ecco, signor Antifolo.
ANTIFOLO S.
È il mio nome.
ANGELO
Lo so bene, signore, e qui vi porto
quel monile che prima al Porcospino
dovevo consegnarvi, ma non era
finito ancora.
ANTIFOLO S.
Che ne dovrei fare?
ANGELO
Quel che volete; io l’ho fatto per voi.
ANTIFOLO S.
Per me, signore? Io non l’ho ordinato.
ANGELO
Non una volta o due, ma almeno venti!
Ora potete darlo a vostra moglie,
che ne sarà contenta; e questa sera
verrò a trovarvi, e voi mi pagherete.
ANTIFOLO S.