Page 1606 - Shakespeare - Vol. 1
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ANTIFOLO S.

Ci sono anche l’America, le Indie?

     DROMIO S.

Come no, padrone: nel suo naso, ricco di rubini, diamanti, zaffiri, cadenti a
pioggia nella calda cavità della Spagna, la quale dal canto suo manda
intere flotte di galeoni 44 a far bottino nelle sue narici.

     ANTIFOLO S.

E che mi dici del Belgio, dei Paesi Bassi?

     DROMIO S.

Ah, signore, così in basso non ho avuto il coraggio di guardare. Ma per
concludere, questa megera, che deve pur conoscere un po’ di arti
divinatorie, non solo mi reclama per sé, ma mi chiama Dromio, giura che
ho promesso di sposarla, mi ha elencato con precisione certe
caratteristiche delle mie parti intime, il segno che ho sulla spalla, il neo sul
collo, la verruca sul braccio sinistro - tanto che, terrorizzato, sono fuggito
da lei come fuggirei da una strega:

     Non fosse per la fede che ho nel cuore, tosto
     mi avrebbe trasformato in cagnolino,
     e mi avrebbe legato giù in cucina,
     a girare ben bene il girarrosto.

ANTIFOLO S.

 Corri via, presto, allora, verso il porto,
 e guarda un po’ se il vento è favorevole.
 Io non resto qui a Efeso stanotte.
 Se c’è un battello pronto per salpare,
 vieni al mercato a dirmelo, ti aspetto
 da quelle parti. Tutti ci conoscono,
 ed a noi tutto è ignoto: sarà meglio
 non perder tempo e andarcene di qui.

DROMIO S.

 Fuggo a gambe levate da un orso per salvarmi
 così da quella che mi sta addosso per sposarmi.

                                                  Esce.

ANTIFOLO S.
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