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dev’esserci un motivo a voi ignoto,
e senza dubbio lei saprà spiegarvi
perché troviamo la porta sbarrata.
Ora ascoltate: andiamo via di qui,
a pranzo, alla Taverna della Tigre;
poi, verso sera, verrete da solo
a chiedere ragione del mistero.
Se riuscite a buttare giù la porta,
in pieno giorno, davanti alla gente,
che commenti malevoli, che lazzi
volgari ci farebbero i passanti!
Le calunnie poi circolano, rovina
delle reputazioni intemerate;
vi seguono insidiose nella tomba
d’una generazione all’altra; la menzogna
non lascia più la casa ove s’insedia.
ANTIFOLO E.
Avete vinto. Me ne andrò in silenzio,
e cercheremo a dispetto di tutto
di finir la giornata in allegria.
Conosco una ragazza assai socievole,
di bell’aspetto, e anche spiritosa,
un po’ selvaggia, eppure gentilissima;
pranzeremo da lei. Questa ragazza,
mia moglie spesso mi rimproverava
di frequentarla; e giuro, fino a oggi,
non era vero affatto. [Ad Angelo] Andate a prendere
quel monile, che ormai sarà finito;
e portatelo poi al Porcospino:
è là che vive. Voglio regalarglielo,
non foss’altro che per fare un dispetto
a mia moglie. Signore, fate presto.
Se a casa mia mi trattano così,
troverò qualcun altro che mi accolga.
ANGELO
D’accordo, ci sarò, fra circa un’ora.
ANTIFOLO E.
Grazie. Potrà costarmi, questo scherzo.