Page 1588 - Shakespeare - Vol. 1
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ANTIFOLO S.

                    Ma allora
     tu hai parlato con questa gentildonna?
     Potrei sapere che è questo complotto?

     DROMIO S.

     Giuro, signore, che non l’ho mai vista.

     ANTIFOLO S.

     Menti, furfante, tu mi hai riportato
     le sue parole in piazza del mercato.

     DROMIO S.

     Giuro, signore, non le ho mai parlato.

     ANTIFOLO S.

     Allora come spieghi che ci chiama
     per nome? grazie a quale ispirazione?

     ADRIANA

     Credi, è indegna di te questa commedia,
     recitata d’accordo col tuo schiavo
     che istruisci perché mi contraddica.
     Forse è per colpa mia che non mi ami,
     ma perché aggiungi a questo il tuo disprezzo?
     Vieni, voglio aggrapparmi alla tua veste:
     tu, sposo, sei il tronco, 28 e io la vite,
     fragile sì, ma unita alla tua forza
     con un saldo legame che riscatta
     ogni mia debolezza. Se qualcosa
     prende di te possesso e ti divide
     da me, si tratta certo di un’erbaccia
     parassitaria, o un rovo, o un muschio inutile,
     da recidere subito, altrimenti
     corrompendo e infettando la tua linfa
     vivrà della tua stessa distruzione.

     ANTIFOLO S.

[a parte]
     È a me che parla, è di me che vaneggia.
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