Page 1592 - Shakespeare - Vol. 1
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ATTO III EN

                                 Scena I EN

      Entrano Antifolo di Efeso, il suo servo Dromio, Angelo l’orafo, e
                               Balthazar, il mercante.

ANTIFOLO E.

 Buon signor Angelo, ci scuserete;
 ma mia moglie s’infuria se ritardo.
 Che sono rimasto qui, nella bottega,
 perché lavoravate al suo monile; 31
 le si può dire, e che lo avrà domani.
 Ma ecco qui quel furfante che ha il coraggio
 di raccontare che l’ho malmenato,
 che lo accusavo di avermi rubato
 mille scudi, che non mi ricordavo
 di aver casa né moglie... Eri ubriaco?

DROMIO E.

 Dite quel che volete, lo so io,
 voi mi avete picchiato, e ne ho le prove,
 ché se la pelle fosse pergamena,
 e i colpi inchiostro, la vostra scrittura
 confermerebbe allora ogni parola.

ANTIFOLO E.

 Tu sei un bel somaro.

DROMIO E.

                Così pare,
 con tutte le frustate che mi prendo
 e i torti che mi fanno; e lo vorrei,
 così risponderei con altri calci,
 e voi stareste attento alle mie zampe
 gridando “attenti all’asino”...
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