Page 1587 - Shakespeare - Vol. 1
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che questo corpo, già a te consacrato,
viene contaminato da lussuria!
Tu mi disprezzeresti, avresti orrore,
mi grideresti “io sono tuo marito”,
strappando via la pelle dal mio viso
e l’anello nuziale dal mio dito,
per calpestarlo in segno di ripudio!
Così faresti, e così devi fare
fin d’ora: il tuo peccato è nel mio sangue,
perché se mi tradisci, e se noi siamo
una sola persona, il tuo veleno
mi contagia, di me fa una sgualdrina.
Resta fedele al talamo nuziale:
tu sarai onorato, io senza macchia.
ANTIFOLO S.
Parlate a me? Ma io, bella signora,
non vi conosco, e solo da due ore
sono in questa città, straniero a tutti
e alle vostre parole: io cerco invano,
aguzzando il mio ingegno, di capirle.
LUCIANA
Che vergogna, cognato, sembra proprio
che tu venga da un altro mondo! Quando
tua moglie hai mai trattato in questo modo?
Lei ti aspettava, ed ha mandato Dromio
per le strade a cercarti.
ANTIFOLO S.
Dromio?
DROMIO S.
Io?
ADRIANA
Certo, mentre tu, invece, al tuo ritorno,
hai raccontato che ti ha preso a botte,
negando di conoscermi...