Page 1377 - Shakespeare - Vol. 1
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Su, levala di torno, 265 che ne disponga il tuo padrone.

     GRUMIO

Non ti azzardare, gaglioffo! Levare la veste della mia padrona perché ne
disponga il tuo padrone!

     PET RUCCIO

Qual è l’insinuazione in questo, messere?

     GRUMIO

Ah, signore, l’insinuazione è più profonda di quanto pensiate. Levare la
veste della mia padrona perché ne disponga il suo padrone? Oh, vergogna,
vergogna!

     PET RUCCIO

[A parte.]
     Ortensio, di’ che salderai tu il conto. -
     Via, vattene via, non voglio più sentirti.

     ORT ENSIO

[A parte.]
     Sarto, ti pagherò la veste domani.
     Non offenderti per le sue sfuriate.
     Via, ti dico, e salutami il tuo padrone.

                                                          Esce il Sarto.

PET RUCCIO

 Be’, vieni, Kate, andremo da tuo padre
 con questi umili ma onesti vestiti.
 Avremo la borsa piena e le vesti povere,
 perché è l’animo che arricchisce il corpo,
 e come il sole sbuca tra le nuvole più cupe,
 così l’onore spunta sotto l’abito più vile.
 Forse la ghiandaia vale meno dell’allodola
 perché questa ha le penne molto più belle?
 O la vipera è migliore dell’anguilla
 perché la sua pelle maculata appaga l’occhio?
 Oh no, buona Kate; né tu sei sminuita
 da questi poveri vestiti e umile arnese.
 Se lo ritieni una vergogna, da’ la colpa a me.
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