Page 1277 - Shakespeare - Vol. 1
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Nel suo comportamento domestico, col padre Battista (I, i, 63-65), con la
sorella Bianca (II, i, 1-36) e col maestro di musica (II, i, 141-158) Caterina
appare più che altro una ragazzaccia, un tom-boy o un tom-cat (forse
perché frustrata negli affetti), mentre con Petruccio accetta una sfida di
frecciate che lascia tutti interdetti per la sua “audacia” (scena del
corteggiamento). Ma agli occhi di tutti (e del tempo) è un wildcat (I, ii,
195) e Petruccio, giocando sull’omofonia dell’epoca (Kate = cat), ne fa
appunto una gatta selvatica da addomesticare (II, i, 268-270).
L’equiparazione all’animale selvaggio continua con l’abusata e
popolarissima metafora dell’addestramento del falcone: Caterina è una
haggard, una falchetta selvaggia che va abituata all’uomo e all’obbedienza
coi metodi che abbiamo visto (IV, i, 176 sgg.).
Che Petruccio, nella scena centrale delle nozze, venga anch’egli equiparato
al diavolo:
GREMIO Why, he’s a devil, a devil, a very fiend.
TRANIO Why, she’s a devil, a devil, the devil’s dam.
(III, ii, 155-156)
non fa che ribadire la caratterizzazione animalesco-diabolica della bisbetica
secondo l’ottica elisabettiana.
Eccoci perciò al punto cruciale: se secondo la nostra ottica Petruccio attua i
procedimenti dell’oppressione totalitaria, secondo l’ottica del tempo si può
dire che attui non solo un doveroso addomesticamento del selvaggio, ma
quasi una forma di esorcismo del diabolico. Le valenze sono insite e
particolarmente insistite nella definizione della shrew.
Con le dislocazioni fisiche e mentali, con le “prove” di digiuno, astinenza,
insonnia, di rinuncia alle comodità, ai vestiti, alla moda, che impone a
Caterina, Petruccio per così dire la “purifica” violentemente della sua
animalità perversa, della sua “diavoleria”; persino la perdita della volontà
(in quanto perversa) e della referenzialità del linguaggio (in quanto si
tratta di una scolding tongue per antonomasia) appaiono agli occhi del
tempo forme di umanizzazione.
Come operavano i mistici e i credenti per la conversione religiosa, e come
Stephen Greenblatt suggerisce che facessero i conquistadores nelle terre
del Nuovo Mondo, irredenti e “selvaggi” vanno violentati per farli rinascere,
conculcati per farli risorgere, schiavizzati per umanizzarli, privati di ogni
volizione per essere convertiti, annichiliti per essere redenti. Secondo la
prospettiva del tempo, non c’è dubbio che Petruccio impone a Caterina una
prova del genere, e infatti la chiama «gentlewoman» solo alla conclusione