Page 1026 - Shakespeare - Vol. 1
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Stanley sognò che il cinghiale gli lacerava l’elmo,
ed io me ne feci beffe e sdegnai di fuggire:
per tre volte oggi il mio palafreno ha inciampato
e s’è inalberato guardando la Torre,
come se riluttasse a portarmi al macello.
Oh, adesso ho bisogno del prete che mi rivolse la parola;
adesso mi pento d’aver annunciato al messo di corte,
con aria troppo esultante, che i miei nemici
oggi sarebbero stati sanguinosamente trucidati a Pomfret,
mentre io vivevo sicuro della grazia e del favore dei principi.
Oh, Margherita, Margherita, adesso la tua pesante maledizione
s’è abbattuta sul capo sventurato del misero Hastings.
RAT CLIFFE
Via, via, fate presto; il duca vuole andare a pranzo;
fate una confessione breve; egli si strugge di veder la vostra testa.
HAST INGS
O grazia effimera dei mortali,
di cui andiamo in cerca più che della grazia di Dio.
Chi fonda le sue speranze sull’aria del tuo aspetto benigno
vive come un marinaio ubriaco in cima all’albero della nave,
esposto al rischio di precipitare, ad ogni scossa,
nel grembo fatale dell’oceano.
LOVELL
Via, via, sbrigatevi: non serve protestare.
HAST INGS
Oh, Riccardo maledetto! Sventurata Inghilterra,
ti presagisco l’avvenire più spaventoso
cui abbia mai assistito un’era di sciagure.
Andiamo, conducetemi al patibolo: portategli la mia testa.
Sorridono della mia sorte quelli che presto saranno morti.
Escono.
Scena V EN
Entrano Riccardo e Buckingham con armature arrugginite e dall’aspetto
estremamente sinistro.