Page 587 - Galileo. Scienziato e umanista.
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cresciuta in un convento, cfr. Gabrieli [1989], vol. I, pp. 843 citaz., 844, e Favaro
[1983], vol. I, pp. 8-14.
18
Galileo ad A. de’ Medici, 11 febbraio 1609, e Valerio a Galileo, 4 aprile e 18
luglio 1609 (OG 10, pp. 229-30 citaz., 239, 248-49).
19 Sarpi a F. Castrino, 21 luglio 1609, in Sarpi [1863], vol. I, p. 279 e [1931], vol.
II, p. 45.
20
Sarpi a Jérôme Groslot de l’Isle, 6 gennaio 1609, in Sarpi [1863], vol. I, p. 181 e
[1931], vol. I, p. 58.
21 Paolo Pozzobonelli, Padova, a Galileo, 12 settembre 1602 (OG 10, p. 93); Giulia
Ammannati ad Alessandro Piersanti, 9 gennaio 1609, in Favaro [1883, 1966], vol. II,
pp. 228-29.
22
Reeves [2008], pp. 34-46, 74-79, 165-66.
23 Montano [1575], p. 192, nota e: «Hoc potuit effici prospectivae sive opticae artis
vi, quam diabolus non ignorat; ut eadem arte à nobis conficiuntur inspicilla, quae
longissimè distantes res oculis exactissimè subiciunt».
24 o
Pignoria a Gualdo (allora a Roma), 1 agosto 1609, e Bartoli a Vinta, 22 e 29
agosto 1609 (OG 10, pp. 250, 255).
25 Chevalley [1983], p. 172; Dupré [2005], pp. 146-48, 152-53; Sagredo a Galileo,
2, 6, 30 giugno, 7 luglio 1612 (OG 11, pp. 315, 331, 349-50, 356).
26
Dupré [2005], pp. 171-79; Zik [1999], pp. 41-51, 60-67 e [2002], pp. 459-63.
27 Sarpi a Jacques Lechassier, 16 marzo 1610, in Anonimo [1785], vol. I, p. 254;
Sosio [1996], pp. CLXVI-CLXVII. Sosio, ibid., pp. CLXIX-CLXXV, offre ulteriori prove
indirette del coinvolgimento di Sarpi.
28
Galileo a Donà, 24 agosto 1609 (OG 10, pp. 250-51). Sono giunti fino a noi
alcuni appunti per la lettera a Donà, scritti forse durante una conversazione con Sarpi:
Drake [1999], vol. I, p. 389. Galilei [1623], p. 212, dice di aver fatto il dono su
suggerimento di un patrono.
29 Sarpi a Groslot, 10 maggio 1610, in Sarpi [1931], vol. I, p. 122: «le maraviglie
che si scuoprono con questo artifitio sono nella professione della prospettiva,
imperoché da quello si comprende il modo come si fa la visione et le raggioni delli
occhiali cosí di vista debole come di corta».
30 Galileo a Landucci, 29 agosto 1609 (OG 10, pp. 253-54). Favaro considerò
questa lettera, che non è di pugno di Galileo, un falso; ma le informazioni che contiene
si accordano perfettamente con altri fatti noti – tranne la ripetizione, da parte di