Page 583 - Galileo. Scienziato e umanista.
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trattato di Lorenzini a Cremonini.
                    40  Newton [1687, 1972], vol. II, p. 795 (libro 3, Regola 3).

                    41
                       Kuhn [1966], pp. 437, 450-53, 457, 465, 468.
                    42
                        Capra  [1605];  Lorenzini  [1605];  Bucciantini  [2003],  pp.  142-43;  Michele
                Camerota [2004], pp. 117-21.
                    43  Cfr. Altobello a Galileo, fine novembre 1604 (OG 10, p. 120), e Motta [1997], p.

                177, che intravede dietro la satira di Cecco «i sintomi iniziali di una trasformazione

                culturale profonda e articolata».
                    44  Cremonini, De caelo [1613], citato in Kuhn [1996], p. 453.
                    45  Lovarini [1965], pp. 379-80, 385-86, 406, 409.

                    46
                        Ibid.,  p.  409;  Michele  Camerota  [2004],  pp.  123-24;  Favaro  [1881b],  p.  6;
                Milani [1992], pp. 189-91; Motta [1993], pp. 597-600; Pignoria a Galileo, 27 dicembre
                1619 (OG 12, p. 502), conferma il fatto che l’autore sia Spinelli: Galileo aveva bisogno

                di un collaboratore che parlasse il padovano scorrevolmente.
                    47
                       Ronchitti [1605], in OG 2, pp. 314-15, 321-23, 330-31; Favaro [1881b], pp. 20-
                28, 43-46.
                    48  Ronchitti [1605], in OG 2, pp. 318, 322; Drake [1976a], pp. 27-31.

                    49  Mauri, in Drake [1976a], pp. 110-19, 122, 129.
                    50
                       Drake [1976a], p. 58 e Mauri, in ibid., pp. 82, 85, 95. C’è anche il paradosso,
                tipicamente  galileiano,  per  cui  gli  aristotelici  dovrebbero  essere  a  proprio  agio  con

                equanti,  eccentrici  e  altre  costruzioni  matematiche,  poiché  esse  consentono  la
                conservazione del principio fisico che i moti celesti devono essere circolari (pp. 102,

                124).
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                       Mauri, in Drake [1976a], p. 76. Qui si trova anche la preferenza, accordata da
                Mauri, all’idea che le novae siano generate dal congiunzioni, e la sua ipotesi che la
                Luna abbia una luce opaca sua propria (pp. 108, 106).

                    52
                       Delle Colombe a Galileo, 24 giugno 1607 (OG  10,  pp.  176-77).  Gualtieri  ha
                molte piú ragioni di Galileo per ritenere di essere il principale obiettivo del Discorso di

                Delle Colombe; Jacoli [1874], p. 381. Cfr. Lovarini [1965], p. 408.
                    53  Drake [1999], vol. I, pp. 174-80; Renn, Damerow e Rieger [2001], pp. 99-100.

                    54   Settle  [1961],  pp.  19-38;  Naylor  [1974],  pp.  103-34;  [1975],  pp.  394-39;
                [1980b], pp. 550-70; e [1980a], pp. 371-77; MacLachlan [1975], pp. 402-3.

                    55
                       Per esempio, Drake [1976a], pp. 136-44 e Coelho, a cura di [1992], p. 15.
                    56  Per esempio, Naylor [1977], pp. 287-92 e molti altri.
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