Page 592 - Galileo. Scienziato e umanista.
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95 Horky a Keplero, 31 marzo 1610 (OG 10, p. 308); Gerusalemme Liberata, XIII,
30.
96
Antonio Santini a Galileo, 25 dicembre 1610 (OG 10, p. 495).
97
Manso a Beni, marzo 1610, e a Galileo, 18 marzo 1610 (OG 10, pp. 292-94,
296); Battistini [1992], p. 117.
98 Lettere a Galileo da Giuliano de’ Medici, 19 aprile, e Orazio del Monte, 16
giugno 1610 (OG 10, pp. 318-19, 371-72); Segeth, citato in Vaccalluzzo [1910], p.
XXXV, e lettera a Galileo, 24 ottobre 10 (OG 10, pp. 454-55).
99
Rispettivamente: Pignoria a Galileo, 4 marzo 1611 (OG 11, p. 66), e G. B.
Marino, «A Galileo Galilei» (Venezia, 1618), citati in Vacculluzzo [1910], pp. XXXIV,
79-80.
100 Lettere a Galileo da Altobello, 17 aprile 1610 (OG 10, p. 317) e Castelli, 3
aprile 1610 e 3 aprile 1611 (OG 10, p. 310 e 11, p. 82); Keplero [1610, 1972], pp. 22-
25 e [1610, 1993], pp. 9-10; Atti degli Apostoli, 1,11 e 2,7. Castelli non credeva solo
per fede: aveva un telescopio a 9 ingrandimenti con cui poteva osservare le
caratteristiche della Luna.
101
Iezzi [1987], pp. 148-49, 153-55.
102
Cfr. Vaccalluzzo [1910], pp. XXVII-XXX; Galileo a Vinta, 21 maggio 1610
(OG 10, p. 447), con cui trasmette Girolamo Magagnati, Meditazione poetica sopra i
pianeti Medicei; Galileo a Buonarroti, 16 ottobre 1610 (OG 10, pp. 446-47); Galileo ad
Alessandro Sertini, 27 marzo 1610 (OG 10, pp. 305-6).
103
Rossi [2007], pp. 190-91. L’intento iniziale appare dal titolo con il quale il
Nuncius venne trasmesso ai censori veneziani: denunciatio, «comunicazione».
104 OG 8, p. 464. Cfr. Swerdlow [1998], pp. 255-59 e Van Helden [1993], pp. 15-
16.
105 o
Galileo a Giuliano de’ Medici, 11 dicembre 1610 (OG 10, p. 483) e a Vinta, 1
aprile 1611 (OG 11, p. 80 citaz.); Santini a Galileo, 20 luglio 1611 (OG 11, p. 155:
trovare i periodi vi renderà immortali).
106 Magini preferiva un sistema semi-ticonico, compatibile – pensava – con
Aristotele. Peruzzi [1997], pp. 84-86.
107
Galilei (ancora a Padova) a Vinta, 30 luglio, e a Giuliano de’ Medici, 13
novembre 1610 (OG 10, pp. 410, 474); Hasdale a Galileo, 19 dicembre 1610 (OG 10,
p. 491): «ho visto il pianeta piú distante come composto da tre corpi». Keplero non
trovò le osservazioni molto piú semplici della soluzione dell’anagramma: Keplero a