Page 523 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 523

erroneamente,  portando  la  caduta  quasi  simultanea  di  pesi  e
                sostanze differenti e le oscillazioni quasi isocrone dei pendoli a

                sostegno del fatto che l’atmosfera non oppone troppa resistenza
                a oggetti che si muovono alla velocità delle palle da cannone. In

                ogni  caso,  dichiara  Salviati,  ansioso  di  arrivare  ai  calcoli,
                realistici  o  meno:  «per  poter  scientificamente  trattar  cotal

                [confusa] materia, bisogna astrar da essi, e ritrovate e dimostrate
                                                                           84
                le conclusioni astratte da gl’impedimenti» .
                    I calcoli verso cui Salviati spinge i propri interlocutori sono

                esemplari  per  la  loro  forma,  potenza  e  inutile  difficoltà.  Per
                apprezzarne appieno la natura, sarà utile presentare la traccia di

                un quadro piú semplice, concettualmente disponibile a Galileo.
                Nella figura 8.8 α è l’alzo, GD = R/2 è metà della gittata, BD =

                h  l’altezza  della  traiettoria,  A  l’intersezione  della  tangente
                dell’orbita in G con l’asse AD. In B la velocità verso l’alto della

                proiezione, vsinα, è pari alla velocità verso il basso, gt, acquisita
                nel tempo t trascorso dallo sparo; in questo intervallo di tempo

                la velocità orizzontale, vcosα, ha portato il colpo per metà della
                gittata,  cioè  per  il  tratto  GD;  dunque  R  =  2vcosα·(vsinα)/g  =

                   2
                (v /g)sin2α, o come l’avrebbe espressa Galileo, nei termini di
                una proporzione, R:R  = sin2α: sin2α , dove α  è un punto di
                                              0
                                                                     0
                                                                                   0
                riferimento arbitrario. La scelta ovvia, quella che fa Galileo, è
                α  = 45°, cosí che R:R  = sin2α. Evidentemente, R è massimo
                  0
                                                0
                quando α = 45°. Le proprietà di sin2α fanno sí che le gittate con
                alzi equidistanti da 45°, come 40° e 50°, siano uguali. L’altezza

                h può essere ottenuta, in modo molto istruttivo, supponendo che
                il colpo, a partire da una posizione di quiete, cada attraverso AB

                nel tempo t e, prima di arrivare in B, cada nuovamente come se

                partisse da fermo lungo h nel pari tempo t. Quindi AD = 2h, e
                                                                               2
                                                                                           2
                dato  che  tanα  =  4h/R,  abbiamo  che  h  =  (v /g)·  sin α,  o,  alla
                                                            2
                vecchia  maniera,  h:h   =  sin α.  Le  tavole  di  Galileo  non
                                               0
                comportavano grandi calcoli: R è un normale elenco di seni, che
                                                                                                85
                avrebbe potuto trovare in Copernico, h di seni al quadrato .
   518   519   520   521   522   523   524   525   526   527   528