Page 895 - Giorgio Vasari
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che scrive; il qual quadro è oggi appresso Giovangualberto del
Giocondo e Messer Niccolò suo fratello, canonico di San Lorenzo di
Firenze. Fece il medesimo molti altri quadri che sono per le case de'
cittadini e particolarmente alcuni dove si vede la testa di Cleopatra,
che si fa mordere da un aspide la poppa; et altri dove è Lucrezia
romana, che si uccide con un pugnale. Sono anco di mano del
medesimo alcuni ritratti di naturale e quadri molto belli alla porta a
Pinti in casa di Giulio Scali, uomo non meno di bellissimo giudizio
nelle cose delle nostre arti che in tutte l'altre migliori e più lodate
professioni. Lavorò Domenico a Francesco del Giocondo, in una tavola
per la sua capella nella tribuna maggiore della chiesa de' Servi in
Fiorenza, un San Francesco che riceve le stimmate; la quale opera è
molto dolce di colorito e morbidezza e lavorata con molta diligenza. E
nella chiesa di Cestello intorno al tabernacolo del Sagramento lavorò
a fresco due Angeli; e nella tavola d'una cappella della medesima
chiesa fece la Madonna co'l Figliuolo in braccio, San Giovanni Battista
e San Bernardo et altri Santi. E perché parve ai monaci di quel luogo
che si portasse in queste opere molto bene, gli feciono fare alla loro
Badia di Settimo fuor di Fiorenza in un chiostro le visioni del conte
Ugo, che fece sette badie. E non molto dopo dipinse il Puligo in sul
canto di via Mozza da Santa Caterina in un tabernacolo una Nostra
Donna ritta col Figliuolo in collo, che sposa Santa Caterina; et un San
Piero martire. Nel castello d'Anghiari fece in una Compagnia un
Deposto di Croce, che si può fra le sue migliori opere annoverare. Ma
perché fu più sua professione attendere a quadri di Nostre Donne,
ritratti et altre teste che a cose grandi, consumò quasi tutto il tempo
in quelle. E se egli avesse seguitato le fatiche dell'arte e non più
tosto i piaceri del mondo come fece, arebbe fatto senza alcun dubbio
molto profitto nella pittura, e massimamente avendolo Andrea del
Sarto suo amicissimo aiutato in molte cose di disegni e di consiglio.
Onde molte opere di costui si veggiono non meno ben disegnate che
colorite, con bella e buona maniera. Ma l'avere per suo uso Domenico
non volere durare molta fatica e lavorare più per fare opere e
guadagnare che per fama, fu cagione che non passò più oltre: perché
praticando con persone allegre e di buon tempo e con musici e con
femmine, seguitando certi suoi amori, si morì d'anni cintuantadua