Page 88 - Giorgio Vasari
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tre primi, chiaro, mezzano e scuro, i quali chiari e mezzani e scuri et
abbagliati si cavano dal cartone o vero altro disegno che per tal cosa
è fatto per porlo in opra; il qual'è necessario che sia condotto con
buona collocazione e disegno fondato, e con giudizio et invenzione,
atteso che la collocazione non è altro nella pittura, che avere spartito
in quel loco dove si fa una figura, che gli spazii siano concordi al
giudizio dell'occhio, e non siano disformi; che il campo sia in un luogo
pieno e nell'altro vòto: la qual cosa nasca dal disegno, e dall'avere
ritratto o figure di naturale vive o da' modelli di figure fatte per quello
che si voglia fare. Il qual disegno non può avere buon'origine, se non
s'ha dato continuamente opera a ritrarre cose naturali, e studiato
pitture d'eccellenti maestri, e di statue antiche di rilievo, come s'è
tante volte detto. Ma sopra tutto il meglio è gl'ignudi degli uomini vivi
e femine, e da quelli avere preso in memoria per lo continovo uso i
muscoli del torso, delle schiene, delle gambe, delle braccia, delle
ginocchia e l'ossa di sotto, e poi avere sicurtà per lo molto studio, che
senza avere i naturali inanzi si possa formare di fantasia, da sé,
attitudini per ogni verso; così aver veduto degli uomini scorticati, per
sapere come stanno l'ossa sotto et i muscoli et i nervi con tutti gli
ordini e' termini della notomia, per potere con maggior sicurtà, e più
rettamente situare le membra nell'uomo, e porre i muscoli nelle
figure. E coloro che ciò sanno, forza è che faccino perfettamente i
contorni delle figure; le quali, dintornate come elle debbono,
mostrano buona grazia e bella maniera. Perché chi studia le pitture e
sculture buone, fatte con simil modo, vedendo et intendendo il vivo, è
necessario che abbi fatto buona maniera nell'arte. E da ciò nasce
l'invenzione, la quale fa mettere insieme in istoria le figure a quattro,
a sei, a dieci, a venti, talmente che si viene a formare le battaglie e
l'altre cose grandi dell'arte. Questa invenzione vuol in sé una
convenevolezza formata di concordanza e d'obedienza: ché, s'una
figura si muove per salutare un'altra, non si faccia la salutata voltarsi
indietro, avendo a rispondere; e con questa similitudine tutto il resto.
La istoria sia piena di cose variate e differenti l'una da l'altra, ma a
proposito sempre di quello che si fa, e che di mano in mano figura lo
artefice, il quale debbe distinguere i gesti e l'attitudini, facendo le