Page 87 - Giorgio Vasari
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sentimento, fanno grande agevolezza stando ferme a colui che
disegna, il che non avviene nelle cose vive, ché si muovono. Quando
poi averà in disegnando simili cose fatto buona pratica et assicurata
la mano, cominci a ritrarre cose naturali, et in esse faccia con ogni
possibile opera e diligenza una buona e sicura pratica; perciò che le
cose che vengono dal naturale sono veramente quelle che fanno
onore a chi si è in quelle affaticato, avendo in sé, oltre a una certa
grazia e vivezza, di quel semplice, facile, e dolce che è proprio della
natura, e che dalle cose sue s'impara perfettamente, e non dalle cose
dell'arte abbastanza già mai. E tengasi per fermo, che la pratica che
si fa con lo studio di molti anni in disegnando, come si è detto di
sopra, è il vero lume del disegno, e quello che fa gli uomini
eccellentissimi. Ora avendo di ciò ragionato a bastanza, seguita che
noi veggiamo che cosa sia la pittura.
Ell'è dunque un piano coperto di campi di colori in superficie o di
tavola o di muro o di tela, intorno a' lineamenti detti di sopra, i quali
per virtù di un buon disegno di linee girate circondano la figura.
Questo sì fatto piano, dal pittore con retto giudizio mantenuto nel
mezzo chiaro e negli estremi e ne' fondi scuro, et accompagnato tra
questi e quello da colore mezzano fra il chiaro e lo scuro, fa che,
unendosi insieme questi tre campi, tutto quello che è tra l'uno
lineamento e l'altro si rilieva et apparisce tondo e spiccato, come s'è
detto. Bene è vero che questi tre campi non possono bastare ad ogni
cosa minutamente, atteso che egli è necessario dividere qualunche di
loro almeno in due spezie, faccendo in quel chiaro due mezzi, e di
quello scuro due più chiari, e di quel mezzo due altri mezzi che
pendino l'uno nel più chiaro e l'altro nel più scuro. Quando queste
tinte d'un color solo, qualunche egli si sia, saranno stemperate, si
vedrà a poco a poco cominciare il chiaro, e poi meno chiaro, e poi un
poco più scuro, di maniera ch'a poco a poco troverremo il nero
schietto.
Fatte dunque le mestiche, cioè mescolati insieme questi colori,
volendo lavorare o a olio o a tempera o in fresco, si va coprendo il
lineamento, e mettendo a' suoi luoghi i chiari e gli scuri et i mezzi e
gli abbagliati de' mezzi e de' lumi, che sono quelle tinte mescolate de'