Page 85 - Giorgio Vasari
P. 85

Cap. XV. Che cosa sia disegno, e come si fanno e si conoscono le buone pitture, et a
               che; e dell'invenzione delle storie.


               Perché il disegno, padre delle tre arti nostre, architettura, scultura e
               pittura,  procedendo  dall'intelletto,  cava  di  molte  cose  un  giudizio
               universale,  simile  a  una  forma  o  vero  idea  di  tutte  le  cose  della

               natura, la quale è singolarissima nelle sue misure, di qui è che non
               solo nei corpi umani e degl'animali, ma nelle piante ancora, e nelle
               fabriche e sculture e pitture cognosce la proporzione che ha il tutto

               con le parti, e che hanno le parti fra loro e col tutto insieme. E perché
               da questa cognizione nasce un certo concetto e giudizio che si forma
               nella mente quella tal cosa, che poi espressa con le mani si chiama
               disegno, si può conchiudere che esso disegno altro non sia che una
               apparente  espressione  e  dichiarazione  del  concetto  che  si  ha

               nell'animo, e di quello che altri si è nella mente imaginato e fabricato
               nell'idea.  E  da  questo  per  avventura  nacque  il  proverbio  de'  Greci
               "Dell'ugna un leone", quando quel valente uomo vedendo scolpita in

               un masso l'ugna sola d'un leone, comprese con l'intelletto da quella
               misura  e  forma  le  parti  di  tutto  l'animale,  e  dopo  il  tutto  insieme,
               come se l'avesse avuto presente e dinanzi agl'occhi.

               Credono alcuni che il padre del disegno e dell'arti fusse il caso, e che
               l'uso e la sperienza, come balia e pedagogo, lo nutrissero con l'aiuto

               della  cognizione  e  del  discorso;  ma  io  credo  che  con  più  verità  si
               possa dire il caso aver più tosto dato occasione, che potersi chiamar
               padre del disegno. Ma sia come si voglia, questo disegno ha bisogno,
               quando  cava  l'invenzione  d'una  qualche  cosa  dal  giudizio,  che  la
               mano sia, mediante lo studio et essercizio di molti anni, spedita et

               atta  a  disegnare  et  esprimere  bene  qualunche  cosa  ha  la  natura
               creato,  con  penna,  con  stile,  con  carbone,  con  matita  o  con  altra
               cosa; perché quando l'intelletto manda fuori i concetti purgati e con

               giudizio,  fanno  quelle  mani,  che  hanno  molti  anni  essercitato  il
               disegno, conoscere la perfezione et eccellenza dell'arti, et il sapere
               dell'artefice  insieme.  E  perché  alcuni  scultori  talvolta  non  hanno
               molta pratica nelle linee e ne' dintorni, onde non possono disegnare
   80   81   82   83   84   85   86   87   88   89   90