Page 745 - Giorgio Vasari
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glorioso. Fu adunque la regola nella architettura il modo del misurare
delle anticaglie, osservando le piante degli edificii antichi nelle opere
moderne; l'ordine fu il dividere l'un genere dall'altro, sì che toccasse
ad ogni corpo le membra sue, e non si cambiasse più tra loro il
dorico, lo ionico, il corinzio et il toscano; e la misura fu universale, sì
nella architettura, come nella scultura, fare i corpi delle figure retti,
dritti e con le membra organizzate parimente; et il simile nella
pittura. Il disegno fu lo imitare il più bello della natura in tutte le
figure, così scolpite come dipinte, la qual parte viene dallo aver la
mano e l'ingegno che raporti tutto quello che vede l'occhio in sul
piano, o disegni o in su fogli o tavola o altro piano, giustissimo et a
punto; e così di rilievo nella scultura; la maniera venne poi la più
bella, dall'avere messo in uso il frequente ritrarre le cose più belle; e
da quel più bello, o mani o teste o corpi o gambe aggiugnerle
insieme e fare una figura di tutte quelle bellezze che più si poteva; e
metterla in uso in ogni opera per tutte le figure, che per questo si
dice esser bella maniera.
Queste cose non l'aveva fatte Giotto, né que' primi artefici, se bene
eglino avevano scoperto i principii di tutte queste difficoltà, e
toccatele in superficie, come nel disegno, più vero che non era prima
e più simile alla natura, e così l'unione de' colori et i componimenti
delle figure nelle storie e molte altre cose, da le quali a bastanza s'è
ragionato. Ma se bene i secondi agomentarono grandemente a
queste arti tutte le cose dette di sopra, elle non erano però tanto
perfette, che elle finissino di aggiugnere all'intero della perfezzione.
Mancandoci ancora nella regola, una licenzia, che non essendo di
regola, fosse ordinata nella regola e potesse stare senza fare
confusione o guastare l'ordine, il quale aveva bisogno d'una
invenzione copiosa di tutte le cose e d'una certa bellezza continuata
in ogni minima cosa, che mostrasse tutto quell'ordine con più
ornamento. Nelle misure mancava uno retto giudizio, che senza che
le figure fussino misurate avessero in quelle grandezze, ch'elle eran
fatte, una grazia che eccedesse la misura. Nel disegno non v'erano gli
estremi del fine suo, perché se bene e' facevano un braccio tondo et
una gamba diritta, non era ricerca con muscoli con quella facilità